DANIELE DE SALVO
Cronaca

Il ponte degli sprechi. San Michele a scadenza. Si rischia un altro caos

Il passaggio sull’Adda tra le province di Lecco e Bergamo sarà chiuso nel 2030. Le Amministrazioni temono una replica della serrata improvvisa del 2018.

Il passaggio sull’Adda tra le province di Lecco e Bergamo sarà chiuso nel 2030. Le Amministrazioni temono una replica della serrata improvvisa del 2018.

Il passaggio sull’Adda tra le province di Lecco e Bergamo sarà chiuso nel 2030. Le Amministrazioni temono una replica della serrata improvvisa del 2018.

Il 2030 sembra lontano, ma non lo è. Occorre fare in fretta: scegliere, progettare e costruire un’alternativa prima che il vecchio ponte San Michele sull’Adda tra Paderno, provincia di Lecco, e Calusco, Bergamo, "scada" e venga chiuso. Di nuovo, come successo all’improvviso la sera del 14 settembre 2018, con una serrata durata poi 24 mesi per rimetterlo completamente a nuovo ed evitare che crollasse sotto il peso di quasi un secolo e mezzo di storia e di passaggio di auto e treni. Un intervento costato 20 milioni di euro - tanti quanti i 2 milioni di vecchie lire rivalutate pagate all’epoca per tirarlo su, 85 metri sopra il fiume -, servito solo a tardarne la dismissione, perché, appunto, nel 2030 o poco oltre, il "gigante" da 2.600 tonnellate di ferro e ghisa e 6mila metri cubi di pietra e granito di basamenti dovrà essere definitivamente interdetto al traffico ferroviario e veicolare, poiché consolidarlo ulteriormente significherebbe sostituirne ogni singolo pezzo e allora tanto vale.

Le alternative per un rimpiazzo sono tre. "Un nuovo ponte in stretto affiancamento all’esistente, con la linea ferroviaria, ma a doppio binario, al livello inferiore e il piano carrabile a due corsie su quello superiore, come il viadotto attuale – le illustra Daniele Mari, ingegnere di Rfi referente del progetto -. Un ponte viario più a nord verso Imbesrago, e uno ferroviario 3 chilometri più a sud, che comporterà però una variante del tracciato della linea ferroviaria e quindi uno spostamento delle stazioni di Calusco e Paderno, e uno viario a nord verso Imbersago. Infine un mix: un nuovo ponte ferroviario in stretto affiancamento a quello attuale per non spostate linea e stazioni, e la variante ferroviaria a nord".

A decidere la soluzione ritenuta migliore saranno i tecnici di Rfi, dopo averne discusso però con esponenti politici regionali, provinciali e locali e con i cittadini organizzati in associazioni e comitati. Si è aperto infatti il cosiddetto dibattito pubblico. "Una percorso di informazione, partecipazione e confronto su un’opera di interesse strategico per raccogliere osservazioni e proposte", spiega Rosa Pannetta, responsabile del procedimento, da espletare entro novembre. È stato attivato pure un sito: www.dpnuovopontesanmichele.it, Scelta l’ipotesi, si procederà alla progettazione, alle autorizzazioni e ai lavori, che potrebbero cominciare nel 2029 per terminare alla fine del 2033, forse troppo tardi. "Dobbiamo lavorare insieme per arrivare quanto prima alla realizzazione dell’opera e scongiurare un altro blocco dei collegamenti, che tuttavia non è una certezza", è l’appello dell’assessore regionale alle Infrastrutture e Opere pubbliche Claudia Maria Terzi.