Così classico eppure così moderno, anzi contemporaneo. Il Narciso, il mitologico eroe greco innamorato della sua stessa immagine al punto di morire annegato nel lago in cui si specchia, reso celebre da Ovidio nelle Metamorfosi e poi dipinto alla fine del Cinquecento da Michelangelo Merisi, alias Caravaggio, il grande maestro lombardo vissuto tra il 1571 e il 1610, da ieri è ospite a Merate, in Villa Confalonieri. "Il Narciso è un archetipo di uomo che si innamora in maniera distruttiva della sua immagine, come noi che ci scattiamo selfie – spiega Giovanni Morale -. Ci provoca, a guardare oltre e magari a crescere e non compiere lo stesso errore". "Mi piace pensare che però ci porti anche un messaggio di pace – è invece l’originale interpretazione del sindaco di Merate Mattia Salvioni -. È un giovane che si rispecchia, si riflette e si interroga per compiere la sua parte per un mondo migliore". A portare il Narciso in Brianza è stato l’onorevole Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, presidente della Fondazione Costruiamo il futuro. "C’è bisogno di cultura, c’è bisogno di bellezza", spiega Maurizio Lupi, che ha ottenuto in prestito il capolavoro solitamente custodito a Palazzo Barberini a Roma nella Galleria Nazionale d’Arte Antica. "Una cultura vicini alla gente, diffusa, non elitaria né a vantaggio di pochi", sottolinea il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi. Il Narciso rimarrà in mostra gratuitamente almeno fino al 16 novembre, tutti i giorni, dalle 9 alle 19, grazie anche a centinaia di volontari giovani e meno giovani. Attorno al Narciso sono in programma inoltre diversi eventi collaterali in mezza Brianza, per quella che il primo cittadino di Merate definisce "una nuova stagione culturale".
Daniele De Salvo