I gemelli che quasi uccisero la sorella "Lucidità inusuale per la loro giovane età"

Avevano in mente una strage familiare, incompiuta per miracolo. È quanto emerge dalle motivazioni della sentenza di condanna a 3 anni inflitta ai gemelli di Polaveno che la notte del 19 febbraio 2022, 17enni, aggredirono con ascia e coltelli la sorella 22enne. "Può ritenersi accertato che i due, arrabbiati con il padre che li aveva aspramente rimproverati per gli insuccessi scolastici e messi in punizione, proibendo loro di andare in palestra a fare arti marziali, avevano pensato di farlo fuori elaborando un piano", scrive il giudice Angelica Nolli. Avevano scelto tre coltelli da cucina, affilati e già riposti nel cassetto per non insospettire la mamma, e il venerdì perché per due giorni il padre non sarebbe andato al lavoro, i colleghi non lo avrebbero cercato e loro avrebbero avuto il tempo di nascondersi: in una baita abbandonata dove avrebbero atteso i 18 anni per scappare all’estero. Quella notte uno decise di procurarsi anche un’accetta dalla legnaia, entrambi indossarono guanti. Quando videro la porta della stanza della sorella socchiusa, lei che dormiva, uno prese inspiegabilmente a colpirla con l’accetta al capo. È solo per "inesperienza" che la ragazza è viva. Svegliata, si mise a urlare, mentre l’altro le saltava addosso, le tappava la bocca e infieriva con i coltelli. Allora fu decisa la strage. Per le difese i fratelli (in carcere) sono ed erano incapaci di intendere e volere. Per il Tribunale, invece, la loro è una lucidità "inusuale per l’età".

B.Ras.