Una mattanza. Duecentocinquanta pecore l’altra notte sono morte una dopo l’altra in meno di un’ora sul monte Barro. Chi le abbia uccise non si sa e nemmeno come e perché. Probabilmente sono state avvelenate. Su questo non sembra avere dubbi il proprietario, Mauro Farina, 36 anni, imprenditore agricolo di Molteno: "Me le hanno avvelenate, le hanno uccise apposta per gelosia". Ora la paura è che possano subire la stessa fine, come vittime collaterali, pure escursionisti di passaggio. Per questo l’intera area della misteriosa strage di ovini è stata interdetta ed è stata annullata una sagra secolare in programma nel fine settimana nello stesso posto. Le precauzioni però non bastano a tranquillizzare: in molti temono possano essere state contaminate anche le falde acquifere.
Le 250 pecore appartenevano ad un gregge di 350 capi. Erano al pascolo libero durante la transumanza verso la Brianza in un campo pubblico in zona Prato Bellavista a San Michele, a monte di Galbiate, all’interno dei confini del Parco regionale del Barro. I pastori che le accudivano le avevano appena portate lì dal monte Magnodeno, sopra Lecco, al termine della stagione estiva. Il giorno seguente avrebbero dovuto riprendere il tragitto verso sud. I veterinari di Ats della Brianza hanno prelevato diversi campioni sia dalle carcasse, tutte rimosse, sia dal terreno e li hanno inviati ai tecnici di laboratorio dell’Istituto zooprofilattico di Sondrio.
"Sospettiamo che gli animali siano stati avvelenati, sebbene non conosciamo né con quale sostanza la sostanza né le eventuali modalità – spiegano da Ats -. Per il risultato delle analisi ci vorranno alcuni giorni". In attesa di elementi certi, restano valide tutte le ipotesi, dal gesto volontario a una contaminazione accidentale, per quanto comunque grave, magari per l’utilizzo improprio di fertilizzante o diserbante, piuttosto che per lo sversamento di sostanze tossiche.
Indagano pure i carabinieri della Forestale di Lecco, con l’utilizzo di cani addestrati a rivelare esche. Di certo è esclusa che la strage sia dovuta a un’epidemia di Blue tongue, sebbene in provincia ne siano colpiti diversi allevamenti. "In via prudenziale, abbiamo delimitato l’area e annullato la Sagra di San Michele in programma nel week end", annunciano intanto il sindaco di Galbiate Piergiovanni Montanelli, la presidente del Parco del Barro Paola Golfari e il presidente della Comunità montana di Lario Orientale e Valle San Martino Carlo Greppi. La festa avrebbe portato migliaia di persone a calcare una possibile terra dei fuochi. Oltre a non passare di lì, è vietato scavare e raccogliere erba e piante. La situazione è grave e preoccupante, per chi non rispetta l’ordinanza è previsto fino all’arresto.