DANIELE DE SALVO
Cronaca

La grande fuga dalla sanità pubblica. In dodici mesi se ne sono andati in 244

Lecco, dai medici, agli infermieri, agli impiegati. Pensionamenti ma soprattutto dimissioni volontarie e richieste di trasferimento

E' fuga dalla sanità pubblica nel Lecchese

E' fuga dalla sanità pubblica nel Lecchese

Lecco, 4 gennaio 2024 –  Uno su dieci nel 2023 ha lasciato le corsie, gli ambulatori e gli uffici della sanità pubblica lecchese. L’anno scorso, tra pensionamenti per raggiunti limiti di età, ma soprattutto dimissioni volontarie e richieste di trasferimento, se ne sono andati in 244 dall’Asst di Lecco, su un totale di poco più di 3mila dipendenti tra medici, infermieri, operatori sanitari, tecnici, impiegati, manutentori e operai della più grande azienda della provincia, di cui fanno parte l’ospedale di Lecco, Merate e Bellano e diversi presidi territoriali.

Il bilancio è provvisorio e al ribasso, perché per i conti definitivi mancano le cessazioni di dicembre.

I camici bianchi che se ne sono andati sono stati 67, più del 10% dei 571 rimasti in servizio: tra i dirigenti medici che non lavorano più tra le fila dell’Asst lecchese ci sono o meglio non ci sono più 5 anestesisti e rianimatori, 7 ortopedici, 8 oftalmologi e 5 oculisti, questi ultimi che hanno rassegnato le dimissioni in blocco insieme all’ormai ex direttore del reparto dell’Alessandro Manzoni. Hanno poi riconsegnato divisa e cartellino le primarie facente funzione di Ginecologia e di Pediatria e il primario di Ortopedia del San Leopoldo Mandic di Merate. Più che un normale turnover, il fenomeno sembra una vera e propria emorragia, che fa seguito ai 367 dipendenti che se ne erano già andati nel 2022, tra cui 68 dirigenti medici, che poi è l’inquadramento contrattuale dei medici ospedalieri. A tenere la contabilità dell’esodo di massa è Francesco Scorzelli, rappresentante sindacale nella Rsu interna e funzionario dell’Usb regionale. Il mese peggiore è stato ottobre, con 39 abbandoni, ad un ritmo di quasi 2 per ogni giorno lavorativo.

"La lotta per il reclutamento e l’incremento del personale è stata una delle più defatiganti del mandato", ha dovuto ammettere nella lettera di congedo di fine mandato l’ormai ex direttore generale Paolo Favini, il cui avvicendamento era invocato da più parti, dentro e fuori gli ospedali. Al suo posto è stato nominato Marco Trivelli, in arrivo dall’Asst di Vimercate, dopo essere stato direttore generale del Welfare in Regione Lombardia e direttore sanitario al Niguarda, al Sacco e agli Spedali civili di Brescia.