REDAZIONE LECCO

Fallimento e bancarotta. Due anni di pena al re delle insalate

G.A., amministratore delegato di Agronomia, patteggia a due anni di pena sospesa per bancarotta fraudolenta aggravata. La società fallita aveva elargito finanziamenti in conflitto di interesse, provocando un dissesto con crediti effettivi di 350 mila euro ma iscritti a bilancio per 2 milioni e mezzo.

La svolta arriva nel 2004 quando G.A. decide di investire tutta la sua passione e professionalità in Agronomia, l’azienda specializzata in produzione di insalate e che si compone di tutte le fasi dalla coltivazione all’imbustamento. Proprio l’insalata rappresenta il core business dell’imprenditore. Dieci settembre 2014, Agronomia sbarca in Baviera e vola in Borsa. In quel frangente, il gruppo, quotato dall’aprile precedente, racconta ai giornali i suoi piani stellari: investimenti per 13 milioni di euro per triplicare il fatturato nel giro di 5 anni. Il 20 aprile 2017, è arrivato il fallimento di Agronomia e la procura (pm Nicola Preteroti) chiudeva un’indagine per bancarotta fraudolenta aggravata a carico di G.A. 60 anni, di Mozzo, amministratore delegato della società, già presidente della Compagnia delle Opere, finito a processo. Martedì la sentenza, davanti al collegio presieduto dal giudice Giovanni Petillo (a latere i colleghi Guadagnino e Palermo). Assistito dall’avvocato Tomaso Cortesi, l’imputato ha patteggiato a due anni con pena sospesa. Quel fallimento, secondo gli inquirenti, aveva provocato un dissesto della società attraverso condotte di infedeltà patrimoniale elargendo finanziamenti della società fallita per importi elevati a favore di società del gruppo in evidente conflitto di interesse. Secondo i calcoli, i crediti effettivi superavano di poco i 350 mila euro, ma a bilancio era stata iscritta una cifra di oltre 2 milioni e mezzo. F.D.