
La funivia che collega la città ai Piani d’Erba dove vivono quindici residenti e ci sono una settantina di seconde case
Una strada tra i Piani d’Erna e Morterone, attraverso la Val Bovazzo, una delle ultime aree ancora selvagge e incontaminate della zona. Sarà una strada agro silvo pastorale certo, ma pur sempre una nuova strada. Servirà in caso di emergenza, in caso di blocchi della funivia. "L’obiettivo – prova a rassicurare i difensori dell’ambiente il sindaco di Lecco Mauro Gattioni – è dotare Erna di un collegamento carrabile di servizio complementare alla funivia. Ci consentirà di gestire in sicurezza situazioni emergenziali che riguardassero residenti e turisti. Sarà un supporto fondamentale per l’antincendio boschivo e per la manutenzione degli spazi e del bosco".
"In questo modo – aggiunge però il primo cittadino - sosteniamo concretamente lo sviluppo di Erna e gettiamo le basi per aumentarne l’attrattività, stimolando la nascita di nuove esperienze turistiche e micro economie della montagna". Una volta realizzata la strada non sarà a disposizione di tutti; sarà accessibile solo per i soggetti autorizzati. Il progetto prevede l’adeguamento del tratto di viabilità agro-silvo pastorale già esistente a Morterone, in corrispondenza del primo tratto della val Boazzo, e la realizzazione di un nuovo tratto fino ai Piani d’Erna. A disegnare il tracciato saranno i professionisti di diversi studi: dello studio associato Ghezzi-Buccio, Giulio Zanetti, Matteo Lambrugo e Mattia Pilotti. Poco meno di 70mila euro il compenso previsto. "Si tratta del primo passo – aggiunge Giovanni Cattaneo, assessore allo Sviluppo della montagna -, che consentirà nel giro di qualche mese di avere finalmente un progetto concreto e una quantificazione dei costi di realizzazione dell’opera".
"In Erna non c’è solo una evidente prospettiva per promuovere e rilanciare la località dal punto di vista turistico - plaude pure il consigliere regionale lecchese Giacomo Zamperini, che si è adoperato per l’iniziativa –. Ci sono anche una quindicina di residenti insieme ad una settantina di proprietari di seconde case, oltre che ai gestori di rifugi ed attività, che si troverebbero isolati in caso di emergenza. Stesso discorso vale per i soccorritori che avrebbero come unica possibilità quella dell’elicottero".
Daniele De Salvo