È morto l’escursionista Disperso da due giorni

Valmadrera, i soccorritori lo hanno recuperato in fondo a un burrone. Il cadavere individuato sorvolando la zona montana con l’elicottero

Migration

di Daniele De Salvo

"Sono di nuovo sul sentiero e vedo le luci più in basso, dovrei farcela...". Invece non ce l’ha fatta Roberto Grassi, il pensionato di 88 anni di Milano disperso da mercoledì sera sul Moregallo. I soccorritori nel tardo pomeriggio di ieri lo hanno ritrovato morto.

"E’ stato individuato dall’alto in un canale molto impervio", spiegano dal Soccorso alpino. Lo hanno visto i Vigili del fuoco durante una perlustrazione in elicottero.

"Era nel canalone Sambrosera", spiegano dal 115. E’ una via ripida, a tratti ferrata, che collega la zona della fonte Sambrosera e quella del Moregallo. Roberto, che si era perso, si presume sia precipitato nel tentativo di ritornare da solo verso valle nonostante il buio. Per lui non c’era probabilmente più nulla da fare quando i familiari hanno lanciato l’allarme, dopo aver cercato per ore di contattarlo al cellulare che risultava muto e aver atteso invano che tornasse a casa. Roberto era equipaggiato di tutto punto, era un gran camminatore e in perfetta forma nonostante l’età avanzata.

Era un esperto di montagna, anche della zona, che raggiungeva spesso per proprio conto in treno da Porta Garibaldi come mercoledì mattina. Per trovarlo sono stati impiegati a oltranza tutti gli uomini e i mezzi disponibili: i Vigili del fuoco, i tecnici del Soccorso alpino e speleologico della XIX Delegazione Lariana, i carabinieri, i militari della Guardia di finanza e del Soccorso alpino della Guardia di finanza, i cinofili del Nucleo Soccorso Grigna con i cani molecolari e i volontari della Protezione civile nazionale delle penne nere. Sono stati utilizzati gli elicotteri dei Vigili del fuoco di Varese e Torino, di Areu e della Finanza, i droni equipaggiati per le ricerche dei dispersi, i dispositivi per mappare il territorio e il sofisticato sistema Dedalo, quasi un apparato da guerra elettronica con cui è possibile intercettare e localizzare un telefonino anche in assenza di segnale, purché acceso, mentre quello di Roberto, purtroppo, non lo era più.Sono stati battuti a tappeto tutti i versanti e tutti i sentieri del Moregallo a tutte le quote. Per i soccorritori si è trattato di un déjà vu: nell’ottobre del 2019, sempre sul Moregallo, una massiccia operazione di ricerca del 32enne lecchese Mattia Sponza che voleva aprire una nuova via si era conclusa nello stesso modo di come è terminata la due giorni di ricerche serrate di Roberto.