
La canonica del beato Serafino Morazzone nel quartiere di Chiuso a Lecco
Lecco - I fedeli di Lecco ricordano e rendono omaggio al confessore di Alessandro Manzoni. Domani si celebra il 200esimo anniversario della morte di don Serafino Morazzone, anzi di "prete Serafino Morazzone curato di Chiuso", come lo chiamava proprio il Sommo, storico parroco del rione mancato il 13 aprile 1822 all’età di 75 anni, proclamato beato il 26 giugno 2011. "Un uomo che avrebbe lasciato di sè una memoria illustre, se la virtù sola bastasse a dare la gloria fra gli uomini – è il ricordo indelebile del reverendo lasciato dal più grande romanziere italiano di tutti i tempi nel suo Fermo e Lucia, la prima edizione de I Promessi sposi, in cui lo ricorda con un lungo ed esplicito panegirico -. Egli era pio in tutti i suoi pensieri, in tutte le sue parole, in tutte le sue opere... Se ogni uomo fosse nella propria condizione quale era egli nella sua, la bellezza del consorzio umano oltrepasserebbe le immaginazioni degli utopisti più confidenti".
Ed è sempre don Lisander a tramandare la sua morte: "I suoi parrocchiani, gli abitatori del contorno lo ammiravano, lo celebravano; la sua morte fu per essi un avvenimento solenne e doloroso; essi accorsero intorno al suo cadavere; pareva a quei semplici che il mondo dovess’esser commosso, poiché un gran giusto ne era partito". Dopo l’incontro dello scorso venerdì sera con con il responsabile della Chiesa di Milano per i processi di canonizzazione monsignor Ennio Apeciti, mercoledì alle 10 l’ex prevosto di Lecco monsignor Franco Cecchin celebra la messa nella chiesa di San Giovanni Battista dove sono conservate le spoglie del beato, mentre nel pomeriggio la canonica ora diventata un museo resta aperta alle visite dalle 16 alle 18. Una messa è in programma anche alla sera alle 20.45 con il vicario episcopale monsignor Maurizio Rolla. Le celebrazioni proseguono poi a maggio. "Ci auguriamo che le occasioni di festa, le riflessioni e gli approfondimenti dedicati alla figura di don Serafino possano far conoscere sempre di più questa esemplare figura di sacerdote a tutti i lecchesi e non solo".