STEFANO CASSINELLI
Cronaca

Dervio, casa di risposo a rischio: "Gli anziani resteranno dove sono"

Il presidente: "Sono in contatto con investitori interessati a continuare"

L’ingresso della struttura che ospita gli anziani

Dervio (Lecco), 4 gennaio 2018 - «In questi giorni sono in contatto con investitori privati interessati a continuare il Progetto sociale anziani a Dervio rilevando la gestione della Fondazione e completando i lavori alle strutture e iniziare un nuovo percorso sociale a favore della popolazione di Dervio inserendo l’ambulatorio dei medici, un centro diurno, una comunità alloggio per anziani e servizi infermieristici». Questa la risposta di Giuseppe Vitali, vice presidente della Fondazione Paruzzi, di fronte ai problemi gestionali dei mini alloggi per anziani «Il vigneto». La scorsa settimana era arrivato l’annuncio choc che gli anziani avrebbero dovuto lasciare la casa di riposo. Con un preavviso di pochi giorni. In un comunicato ufficiale Vitali dice la sua sulla questione, evitando di rispondere a una serie di domande sollevate nei giorni scorsi «Purtroppo per la tipologia del territorio e il potenziale bacino di utenza non è possibile nel comune di Dervio creare una casa di riposo ma va sostenuto questo che è l’unico progetto fattibile nel territorio derviese».

Sulla questione dei mini alloggi e la relativa comunicazione di chiusura giunta solo otto giorni prima di cessare l’attività Vitali scrive: «Ricordo che assieme a mio fratello Claudio alcuni anni fa abbiamo promosso l’iniziativa sociale residenziale per gli anziani del paese di Dervio, dove una struttura di tale valenza è sempre mancata a differenza dei comuni limitrofi. Per rimarcare la portata sociale e non speculativa del progetto abbiamo costituito un ente privato senza scopo di lucro: la Fondazione Angiola Maria Paruzzi onlus amministrata da un consiglio di amministrazione formato da cinque persone». Poi arriva il j’accuse: «Purtroppo nel corso degli anni ci siamo accorti che né il territorio con le associazioni di vario genere né gli enti preposti percepivano la visione e il messaggio sociale che la fondazione voleva trasmettere, facendo orecchie da mercante alle nostre continue richieste di aiuto e collaborazione, e il tutto rimaneva nell’ombra di uffici o sale riunioni». Per i Vitali il caso sollevato dal nostro giornale è l’occasione per far aprire gli occhi alla popolazione e relativamente alla situazione Vitali dice: «Tengo a precisare che gli ospiti sono ben assistiti dal personale di assistenza Oss. Personale che con tanto amore e dedizione assistono ogni giorno e ogni notte gli ospiti anziani in tutte le loro esigenze. Va detto inoltre a riguardo delle operatrici che anche loro sono in situazioni famigliari fragili».