Delitto di Olginate, l'autopsia: ucciso da un colpo sparato alla testa

L’esito dell'esame sul cadavere di Salvatore De Fazio, freddato in un regolamento di conti

Stefano Valsecchi arriva in tribunale

Stefano Valsecchi arriva in tribunale

Lecco, 11 marzo 2021 - Salvatore De Fazio è stato ucciso con tre colpi di pistola, uno al torace e due alle testa, mentre il fratello Alfredo è stato trafitto in bocca da una pallottola e si è salvato. E’ questo l’esito dell’autopsia sul cadavere sul cadavere del 46enne ucciso a Olginate il 13 settembre e la perizia sul fratello 50enne ferito gravemente nell’agguato.

La relazione finale dell’anatomopatologo Paolo Tricomi con gli esiti sono stati depositati in questi giorni e fatale a Salvatore De Fazio è stato il secondo colpo in testa. Intanto la Procura di Lecco, con il Pm Paolo Del Grosso ha chiesto e ottenuto dal Gip Paolo Salvatore il giudizio immediato per Stefano Valsecchi, l’imprenditore edile di 54 anni, residente a Calolziocorte, accusato di omicidio e tanto omicidio e fissato per il prossimo 23 settembre il processo in Corte d’Assise a Como. L’imputato, sposato e padre di quattro figli – assistito dall’avvocato Marcello Perillo – si è costituito dopo otto giorni di latitanza e nell’interrogatorio davanti al giudice Paolo Salvatore aveva dichiarato: "Ero arrabbiato per quanto successo la notte prima a mio figlio, sono andato all’incontro con la rabbia in corpo, volevo un chiarimento forte".

L’omicidio è avvenuto nella frazione Santa Maria La Vite di Olginate alle 13.30 del 13 settembre e agli inquirenti è subito apparso un regolamento di conti. Nelle indagini i carabinieri scoprirono che il tutto era nato per la lite – avvenuta la notte prima - tra i figli di Valsecchi e De Fazio. All’appuntamento – all’ora di pranzo - Valsecchi si presentò con tanto di pistola e sparò – come emerso da autopsia e perizia – tre colpi verso il 46enne e uno in bocca al fratello Alfredo, parte offesa e ora assistito dall’avvocato Nadia Invernizzi, che tutela anche gli interessi della moglie e dei figli della vittima. La sorella e altri parenti sono assistiti dall’avvocato Luciano Bova. I legali della famiglia della vittima e delle parti offese attendono ora la decisione dell’imputato, che attraverso il suo avvocato, ha 15 giorni per scegliere se andare a dibattimento in Assise a Como oppure chiedere il rito alternativo, che prevede uno sconto di pena. In questo secondo caso tornerebbe davanti al gup di Lecco.