Olginate, il killer confessa: "Ero arrabbiato, sono andato per ucciderlo"

Nell’interrogatorio davanti al Gip Stefano Valsecchi ha ammesso e ricostruito l’omicidio di De Fazio

Stefano Valsecchi scortato dagli agenti

Stefano Valsecchi scortato dagli agenti

di Angelo Panzeri

"Ero arrabbiato per quanto successo la notte prima a mio figlio, sono andato all’incontro con la rabbia in corpo, volevo un chiarimento forte", con queste parole Stefano Valsecchi, 54 anni, imprenditore di Calolziocorte, ha confessato l’omicidio di Salvatore De Fazio, 47enne e il ferimento del fratello Alfredo, 50 anni, avvenuto Olginate alle 13.30 di dodici giorni fa.

Ieri mattina Stefano Valsecchi è arrivato a palazzo di giustizia e in quasi due ore d’interrogatorio ha ricostruito quanto successo tra la notte e l’ora di pranzo di due domeniche fa.

Dopo otto giorni di latitanza l’imprenditore di Calolziocorte, assistito dall’avvocato Marcello Perillo si è consegnato ai carabinieri che lo stavano cercando e ieri è stato interrogato dal Gip Paolo Salvatore ed ha risposto alle domande del Procuratore facente funzioni, Paolo Del Grosso. "Quando ho sparato volevo uccidere Salvatore De Fazio - ha raccontato senza giri di parole Stefano Valsecchi -. Ero arrabbiato perché la notte precedente mio figlio era finito in ospedale con la mandibola rotta dopo una lite con un figlio di De Fazio, quindi ho chiesto un incontro per un chiarimento forte". L’imprenditore la mattina del 13 settembre scorso ha chiesto kl’appuntamento alla famiglia De Fazio, fissato alle 13.10.

"Ero spaventato - ha proseguito nell’interrogatorio Valsecchi - temevo ci fossero più persone ad aspettarmi, non solo i De Fazio. Così ho preso la pistola, che avevo trovato in cantiere qualche giorno prima e che tenevo in casa e sono andato con l’idea di ammazzarli di botte".

Quando è arrivato nella frazione Santa Maria di Olginate l’imprenditore calolziese ha affrontato Alfredo e Salvatore De Fazio: "Avevano un atteggiamento arrogante, ci siamo presi subito. Alfredo mi ha strattonato per la maglietta, c’è stata una colluttazione, poi ho tirato fuori la pistola e ho sparato". Il primo colpo verso Alfredo, ferito alla mandibola e ricoverato all’ospedale di Varese, quindi ha sparato due colpi verso Salvatore. Salito in macchina ha fatto retromarcia, osservato Salvatore De Fazio a terra, ormai in fin di vita, ed è fuggito.

Il legale dell’assassino, l’avvocato Marcello Perillo, ha sottolineato: "Ha ammesso tutto, si è detto dispiaciuto, ha chiesto scusa alla famiglia De Fazio ma in quel momento, come ha dichiarato lo stesso Valsecchi, aveva il veleno nel sangue".

La difesa non invocherà la legittima difesa nè l’incapacità di intendere e di volere al momento dell’omicidio.