Tredicimila litri di sangue e plasma. Li hanno donati i 15mila donatori dell’Avis lecchese, che sono quasi 45 ogni mille abitanti, una percentuale altissima, quasi un terzo in più dei 26 ogni mille cittadini di media regionale lombarda e più del doppio dei 21 ogni mille di media nazionale. Nell’ultimo anno gli avisini della provincia di Lecco hanno donato quasi 29mila unità di sangue: 26mila di sangue intero e 3mila di plasma. Sono 87 ogni mille abitanti, quasi il doppio della media regionale di 46 ogni mille lombardi e il triplo della media nazionale di 33 ogni mille italiani. Ne sarebbero bastate molte meno della metà, per soddisfare il fabbisogno delle 12mila sacche necessarie per i pazienti ricoverati negli ospedali lecchesi. A tracciare il bilancio della generosità e della civiltà dei lecchesi è Bruno Manzini, presidente provinciale dell’Avis.
"Le eccedenze vengono cedute dove c’è bisogno, contribuendo a garantire l’autosufficienza a livello nazionale", spiega, almeno per quanto riguarda il sangue intero. Un terzo dei donatori dell’Avis lecchese sono giovani, che hanno tra i 18 e i 35 anni d’età. Ci guadagnano non solo i pazienti che necessitano di trasfusioni e di terapie a base di emoderivati, ma ci guadagnano pure gli stessi donatori: "Beneficia di questo grande gesto di generosità pure chi lo compie – sottolinea proprio Bruno Manzini -. I donatori vengono infatti sottoposti a visite ed esami di controllo periodici". Gli avisini lecchesi sono suddivisi in 18 gruppi comunali, 4mila di Lecco, 2.600 di Merate, 1.600 di Bellano. I numeri di iscritti all’Avis e di donazioni sono in leggera crescita rispetto al passato, dopo la brusca flessione registrata nel 2000 a causa della pandemia da Covid. D.D.S.