Coronavirus, l’anziana spacciatrice finisce in quarantena

Fermata con un chilo e mezzo di cocaina dalla Finanza, evita il carcere perché nei giorni scorsi era stata nella zona rossa di Lodi

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Lecco, 26 febbraio 2020 - Una donna di 71anni residente a Bollate è stata messa in quarantena dopo l’arresto per spaccio da parte della Guardia di finanza di Lecco. La procedura è stata attivata dall’ASST lariana, che ha preso in carico la spacciatrice, prima di essere rinchiusa nel carcere Bassone di Como. La donna è stata visitata dal medico del carcere, che ha chiesto degli spostamenti degli ultimi giorni e da quanto è stato ricostruito nei giorni antecedenti all’arresto aveva fatto visita a delle persone nella zona rossa in provincia di Lodi.

Lei e il suo compagno di quattro anni più giovane sono stati fermati sulla superstrada 36 tra Monza e Lecco, all’altezza di Suello e sulla Volkswagen è stato trovato un chilo e mezzo di cocaina. Sono incappati in un normale posto di controllo: i finanzieri hanno bloccato la vettura con a bordo la donna e l’uomo hanno subito intuito che c’era qualcosa che non andava. I due - compagni di ventura - sono parsi nervosi, per questo i finanzieri hanno perquisito l’auto. La droga era nascosta nell’abitacolo, nel vano portaoggetti del cruscotto e quindi visibile. Un chilo e mezzo di cocaina purissima da cui - secondo quanto ricostruito dai militari alle dipendenze del colonnello Antonio Gorgoglione, comandante del Nucleo di Polizia Finanziaria della Finanza di Lecco avrebbero potuto ricavare fino a 10mila dosi, dal valore complessivo al dettaglio di più di 300mila euro.L’inchiesta dei finanzieri alle dipendenze del comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Paolo Cussotto, ha ricostruito i passaggi della coppia di spacciatori.

La cocaina è stata inviata al laboratorio di analisi per compararla con altra droga simili per composizione. Davanti al Gip Salvatore Catalano i due non hanno parlato né detto nulla: lui - dopo i controlli e la visita medica - è stato condotto nel carcere di Lecco, lei invece è stata accompagnata nell’abitazione di Bollate in quarantena per i contatti avuti nei giorni antecendenti all’arresto. Un altro problema è legato alle persone che sono stato a contatto con la spacciatrice. E qui si innesta anche la procedura attivata per i carcerati che prevede una comunicazione tempestiva agli organi compententi e che sono a contatto con detenuti. Nel caso della donna è stata rispettata la procedura. Nel frattempo la donna è stata posta ai domiciliari in quarantena, evitando così il carcere.