
Medici e infermieri dell’ospedale Mandic impegnati nella lotta al Covid-19 all’ingresso de
Lecco, 25 aprile 2020 - In provincia di Lecco sono stati riscontrati altri 17 nuovi casi di coronavirus. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, che sul territorio è scattata esattamente due mesi fa con il primo riscontro di Covid-19 il 24 febbraio, i lecchesi contagiati sono in tutto 2.149, cioè uno ogni 158 abitanti: molti sono già guariti, in trecento restano ancora ricoverati negli ospedali del capoluogo e di Merate, mentre le vittime accertate di SARSr-CoV sono almeno 360, sebbene i numeri siano certamente più alti perché le cifre si riferiscono esclusivamente alle diagnosi certe effettuate tramite tampone. Negli ultimi sette giorni sono stati contati 144 nuovi casi, meno dei 167 registrati la settimana scorsa e dei 244 della settimana prima ancora, ma la curva del contagio continua a salire costantemente senza stabilizzarsi. Per questo, nonostante l’aria da “rompete le righe“ che si respira in vista della fine del lockdown, i controlli per fermare i "furbetti del coprifuoco" continuano in modo da non vanificare i risultati ottenuti.
Le forze dell’ordine hanno così fermato 1.378 persone, 31 delle quali sono state multate perché in giro senza motivo, una delle quali con un’autocertificazione falsa. Sono state compiute anche 555 ispezioni negli esercizi commerciali senza rilevare irregolarità. Dall’inizio della pandemia sono state controllare 46.731 persone, 1.657 delle quali sono state o multate o denunciate. I controlli in supermercati e negozi sono stati 16.960.
«Il ritorno all’attività è fondamentale ma deve procedere di pari passo con la scienza che a sua volta mostra di non avere certezze – spiega il sindaco di Lecco Virginio Brivio -. Ci sono interessi generali che devono conciliarsi con quelli particolari, altrimenti non ne usciamo dalla cappa di questa stagione infernale e credo che un sacrificio oggi, personale e collettivo, ci sarà restituito domani. La consapevolezza del presente può aiutarci a non mettere in campo quella acrimonia, non dico odio, che per molti anni ha inquinato la vita pubblica e politica del nostro paese".