DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lecco, in 2.500 per due posti da infermiere: domande anche da oltre Europa

Tutti a caccia di un lavoro a tempo indeterminato

Un concorso in periodo pre-covid

Lecco, 1 dicembre 2018 - Hanno presentato domanda in quasi 2.500 da tutta Italia e anche oltre, dall’Europa, dal Perù, dal Brasile, Iran, India e dal Marocco, tutti a caccia di un posto fisso da infermiere. Al concorso per due incarichi a tempo indeterminato di collaboratore professionale sanitario infermiere bandito dai vertici della sanità lecchese, sono stati ammessi però in 2.300. Di questi si sono presentati alla prova scritta che si è svolta mercoledì al Centro congressi di Lariofiere di Erba in poco più della metà, cioè in 1.252 candidati, perché gli altri hanno gettato la spugna e disertato in partenza. Dei 1.252 hanno superato il primo test in 550 ammessi all’esame pratico, cioè meno della metà dei partecipanti e un quinto dei pretendenti iniziali. Il numero dei «superstiti» tuttavia è destinato a calare ulteriormente, perché ieri si è svolta appunto la prova pratica di cui si conoscerà l’esito solo settimana prossima, il 5 dicembre.

Chi supererà pure lo scoglio della prova pratica dovrà invece affrontare il colloqui orale finale in programma non prima dell’11 dicembre. Alla fine gli infermieri professionali ritenuti idonei per essere inseriti in graduatoria e svolgere servizio nelle corsie degli ospedali di provincia saranno così veramente pochi. «È una inutile strage – denuncia Francesco Scorzelli, caposala del San Leopoldo Mandic e uomo forze della Rsu dell’Asst di Lecco tra le fila dell’Usb, perché alle ultime elezioni sindacali interne è stato per la seconda volta il recordman di preferenze -. I candidati sono tutti laureati in Infermieristica, come è possibile che non riescano a superare un concorso pubblico per svolgere una professione per la quale si sono preparati e hanno studiato a lungo. O dalle nostre università vengono sfornati degli incapaci, oppure chi dirige la nostra Azienda socio-sanitaria crede di reclutare solo i geni». Ammesso che la seconda ipotesi sia quella vera, molti dei bocciati tanto verranno reclutati lo stesso.

«Peccato che al termine dei precedenti concorsi i candidati bocciati siano stati lo stesso assunti, perché comunque inseriti nelle graduatorie di altre Asst dove invece hanno superato il concorso e da cui abbiamo attinto oppure perché arrivano tramite cooperative e agenzie interinali esterne a cui siamo obbligati a rivolgerci perché a corso di personale», prosegue il rappresentante sindacale. Dai piani alti della sanità lecchese spiegano tuttavia che sono i componenti della commissione esaminatrice, sebbene nominati dal direttore generale, a stabilire i criteri di valutazione.