
La sindaca di Colico Monica Gilardi è favorevole a lasciare la provincia di Lecco per unirsi a quella di Sondrio
Colico (Lecco) – Se sarà bitto, o resteranno gli agoni, lo decideranno i colichesi. I consiglieri comunali di Colico hanno deliberato l’indizione di un referendum sulla proposta di un eventuale cambio di circoscrizione provinciale, da quella di Lecco a quella di Sondrio. A dare il via libera alla consultazione popolare è stata la sindaca Monica Gilardi, dopo il parere favorevole giunto dal Viminale, in seguito a una legge regionale approvata apposta a fine maggio per evitare colpi di mano e che su una questione tanto importante valesse solo la scelta degli amministratori locali.
Una brusca inversione di marcia, perché dopo l’outing della sindaca e del suo vice Davide Ielardi, a favore della secessione dalla provincia di Lecco per l’annessione a quella di Sondrio, sembra che il matrimonio tra l’agone, pesce tipo di lago, e il bitto, formaggio caratteristico della Valtellina, fosse ormai come già celebrato. Il possibile colpo di mano è però stato appunto sventato, grazie alla nuova normativa regionale.
“Un grande risultato, una grande soddisfazione”, esultano i lealisti del comitato “Colico resta a Lecco“, che hanno raccolto 1.563 firme certificate per chiedere di confermare la permanenza nella provincia attuale.
“Siamo stati noi per primi da subito a chiedere un referendum”, la reazione dei separatisti del comitato “Il bitto sposerà l’agone“, che - a sostegno della loro causa - di sottoscrizioni ne hanno invece raccolte 1.358, cioè oltre 200 in meno, pur avendo cominciato prima la loro campagna politica. Dal gruppo consiliare di opposizione “Più Comunità“, Silvia Paroli e Enzo Venini, che più di tutti hanno contrastato la possibilità di un cambio di provincia, sostengono tuttavia che il referendum non è ormai più nemmeno necessario, visto il divario di firme raccolte contro l’annessione alla Valtellina. Criticano inoltre la prima cittadina che ha impiegato tanto a sciogliere le riserve.
“La legislazione in materia non era certa – si difende tuttavia lei –. Solo ora che ci è arrivata una risposta dal ministero e che nessuno l’ha impugnata abbiamo la conferma che possiamo indire un referendum”.
Adesso non rimane che attendere la data della consultazione. Nel frattempo unionisti e scissionisti continuano a cercare di convincere più elettori possibile sulla bontà delle rispettive posizioni, a favore della permanenza nella provincia di Lecco o dell’annessione a quella di Sondrio.