Colico, presi con carico di cocaina purissima: era partita da Rotterdam

Rispondono alle domande i due lecchese interrogati dopo essere stati fermati con cinque chili di droga nascosti in un'intercapedine dell'auto in uscita dalla Svizzera

Il sequestro

Il sequestro

Colico (Lecco), 21 luglio 2017 - «La droga sequestrata al mio assistito, Claudio Malugani, e ad Andrea Masetti, non era assolutamente destinata al mercato locale. Non era in nessun modo diretta all’acquisto da parte di spacciatori o assuntori della provincia di Sondrio e dell’alto lago, ma è partita da Rotterdam, in Olanda, e sarebbe stata ceduta a chilometri da qui». L’avvocato Michele Cervati, legale rappresentante con la collega Laura Redaelli di Malugani, chiarisce la situazione legata all’arresto del suo assistito avvenuto lunedì notte nei pressi di Campodolcino. Masetti, 38enne, nato a Morbegno ma residente a Colico (assistito dall’avvocato William Limuti) e Malugani, 52enne, di Chiavenna, ma di stanza a Bellano, sono stati fermati dagli agenti della Mobile di Sondrio e sottoposti a perquisizione.

Il controllo dell’automobile su cui viaggiavano ha portato al ritrovamento di 5 chili e mezzo di coca purissima, un quantitativo del valore commerciale di più di mezzo milione di euro che gli è valso l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Malugani e Masetti hanno atteso l’udienza di convalida dell’arresto, svoltasi ieri di fronte al gip Fabio Giorgi. Il quale ha deciso che entrambi gli arrestati dovranno rimanere in carcere, per il momento. «Il mio assistito ha pienamente collaborato chiarendo la sua posizione e rispondendo per quasi un’ora a tutte le domande che gli sono state rivolte e si è reso, eventualmente, disponibile a fornire ulteriori informazioni», ha spiegato il legale di Malugani al termine dell’incontro.

«Per il momento mi riservo di prendere visione, con la mia collega, di tutti gli atti, delle dichiarazioni di Masetti e dell’evolversi dell’indagine, per poi decidere se presentare ricorso per la misura cautelare e come muoverci in difesa del nostro assistito», conclude Cervati, che sottolinea: «In capo a Malugani, comunque, nessun precedente per reati di questo tipo, ma al limite risalenti a 20 anni fa, il più grave si configura in una contravvenzione per violazione del codice della strada».