ROBERTO CANALI
Cronaca

Cesana Brianza, un maxi parco solare nell’ex cava di Alpetto

L’accordo sulla riqualificazione prevede che Holcim ceda gratuitamente l’area. In questo modo però la multinazionale non spenderà un euro per ripristinare la miniera che ha devastato il Cornizzolo

Cesana Brianza, il rendering per la riqualificazione della Cava dell'Alpetto

Cesana Brianza, il rendering per la riqualificazione della Cava dell'Alpetto

Cesana Brianza, 11 giugno 2025 – Un maxi parco solare nell’ex cava alle falde del Cornizzolo. È stata sottoscritta ieri la convenzione per la riqualificazione dell’ex miniera di Alpetto, dove verrà realizzato un maxi parco solare.

L’hanno firmata il sindaco di Cesana Luisa Airoldi, l’amministratore delegato della multinazionale del calcestruzzo Holcim di Merone Lucio Greco e la presidente della provincializzata dei rifiuti lecchese Silea Francesca Rota.

L’impianto, realizzato e gestito dai tecnici di Silea a seguito dell’acquisizione dell’area, sarà composto da oltre 16mila pannelli solari, per una potenza di circa 9,5 MegaWatt elettrici, in grado di produrre oltre 12 milioni di kWh annui in grado di garantire energia a circa 4mila abitazioni.

I soci di Holcim, che non dovranno così più farsi carico della riqualificazione dell’area dismessa, cederanno gratuitamente circa 500mila mq di superficie e il fabbricato della ex stazione di carico della teleferica che provvederanno a sistemare insieme a una nuova area per eventi.

Da Silea, una Spa pubblica, costruiranno un nuovo impianto fotovoltaico sul tetto del Centro polifunzionale di Cesana e riconosceranno annualmente al Comune l’1% dei ricavi della vendita dell’energia prodotta.

“Una grande opportunità che garantirà all’ex miniera di Alpetto un nuovo futuro”, sottolinea Francesca Rota. “Un grande traguardo”, afferma il sindaco Luisa Airoldi.

Quanti da anni si battono per salvare il Cornizzolo mettono però in guardia da “possibili variazioni del microclima e dall’impatto sull’ecosistema e sulla fauna”. Dubbi pure sui soldi dei contribuenti lecchesi che verranno spesi per comperare e mantenere un’area compromessa che avrebbero dovuto essere rinaturalizzata a spese di chi l’ha ridotta in una voragine.