Centro migranti Como: Violati i diritti di una profuga minorenne

La Corte Europea dei Diritti Umani condanna l'Italia per non aver garantito adeguata accoglienza e tutela a una ragazza minorenne del Ghana ospite al centro di accoglienza di Como. Lo Stato deve risarcirla con 10.000 euro.



Centro migranti Como: Violati i diritti di una profuga minorenne

Centro migranti Como: Violati i diritti di una profuga minorenne

È rimasto in funzione poco più di un paio d’anni il centro di accoglienza di via Regina Teodolinda a Como, aperto per far fronte all’arrivo di migliaia di migranti in particolare somali ed eritrei diretti verso la Svizzera, un tempo sufficiente per una condanna da parte della Corte Europea dei Diritti Umani per non aver garantito adeguata accoglienza e tutela a una ragazza minorenne del Ghana. I giudici di Strasburgo si sono pronunciati il 31 agosto, ma i fatti risalgono a oltre sei anni fa quando la ragazza, che allora aveva appena 16 anni, fu ospite all’interno del centro comasco insieme a donne e uomini adulti, in una condizione di promiscuità che non era adatta a lei che nel paese d’origine e in Libia aveva subito violenze. Per i giudici quell’ospitalità forzata, a cui lei si oppose anche con l’aiuto di alcuni legali, configurò una violazione.

"La permanenza nel centro Osvaldo Cappelletti – si legge nella sentenza della Corte Europea per i Diritti Umani – che apparentemente non era attrezzato per fornirle un’adeguata assistenza psicologica, insieme alla prolungata inerzia delle autorità nazionali riguardo alla sua situazione e ai suoi bisogni di minore particolarmente vulnerabile, ha costituito una violazione del suo diritto a non essere sottoposta a trattamenti inumani, come tutelato dall’articolo 3 della Convenzione". Giunta a Como M.A. fu accolta per otto mesi nel centro vivendo in un container. Nonostante una psicologa di Medici senza Frontiere certificò che la ragazza "era stata esposta a molteplici esperienze traumatiche nel corso della sua vita quali abusi, molestie e violenze sessuali", il suo trasferimento è avvenuto solo otto mesi dopo. Adesso lo Stato dovrà risarcirla pagando 6mila euro per i danni morali e altri 4mila per le spese legali. Roberto Canali