Lecco, 5 luglio 2024 – Più di una trentina di immobili confiscati a esponenti e affiliati alla criminalità organizzata in provincia di Lecco, dalla Brianza, all’Alto Lago, passando dal capoluogo e dalla Valsassina. È la mappa del tesoro che investigatori, inquirenti e giudici hanno sottratto agli esponenti e agli appartenenti alla criminalità organizzata, specialmente di origine calabrese, la ‘ndrangheta. La cartina geografica e catastale delle confische è pubblicata sul sito dell’Anbsc, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Patrimonio recuperato
Tra quello che prima era “cosa loro“, ma ora è di tutti, ci sono 2 abitazioni indipendenti, 7 appartamenti in condominio, 5 tra box e garage, un fabbricato industriale, un negozio, una bottega e un terreno agricolo.
"I dati sui beni confiscati registrati a maggio del 2023, confermano una maggiore presenza, almeno in termini di confische, di investimenti criminali e mafiosi nell’area centro-meridionale della provincia, andando verso la Brianza – spiegano i ricercatori del Cross, l’Osservatorio sulla criminalità organizzata della Statale di Milano, guidato da Nando Dalla Chiesa -. Spicca però a nord, il territorio di Colico, con 6 beni, terra di confine tra le province di Lecco, Como e Sondrio e punto di giuntura tra l’alto lago e la bassa Valtellina".
A Lecco i beni confiscati sono 11, 5 a Calolziocorte, altrettanti ad Annone Brianza 4 a Galbiate, altrettanti ad Annone Brianza e Bosisio Parini, due a Ballabio, due a Ballabio, uno a Primaluna. Alcuni beni sono già stati recuperati e rimessi a disposizione dei cittadini, per ospitare iniziative sociali, come centri diurni, alloggi protetti per le donne vittime di violenza, centri di aggregazione, un ristorante come nel caso di Fiore realizzato nell’ex pizzeria di Franco Coco Trovato.
Le aziende sotto sequestro
"Inoltre – proseguono i ricercatori del Cross, che nei giorni scorsi hanno presentato il rapporto Mafia e economia in Lombardia -, analizzando le informazioni relative alle imprese confiscate, emerge un numero complessivo di sei aziende in cinque settori differenti". I settori sono le costruzioni, l’immobiliare, gli alberghi, i ristoranti, le pizzerie, una finanziaria, trasporti e logistica.
Nella maggior parte dei casi si tratta di Srl, forma societaria scelta dai titolari per evitare che venga toccato il loro patrimonio personale in caso si fallimento.