DANIELE DE SALVO
Cronaca

Antonio Angelini morto in parapendio a 46 anni. Nel 2023 si era salvato con un atterraggio di emergenza

Il pilota comasco che si è schiantato sul Cornizzolo aveva già affrontato in passato un problema in volo, riuscendo però a planare sano e salvo tra le case

Le operazioni di recupero del corpo di Antonio Angelini

Le operazioni di recupero del corpo di Antonio Angelini

Cesana Brianza (Lecco), 4 settembre 2024 – Nella primavera del 2023 era riuscito a compiere un atterraggio di emergenza, ieri invece non è stato altrettanto fortunato, Antonio Angelini, il pilota di parapendio di 46 anni morto dopo essersi schiantato sul Cornizzolo, da cui si era lanciato poco prima. Antonio, che abitava in provincia di Como e che aveva compiuto gli anni martedì scorso, in seguito ad un problema in fase di discesa, era stato infatti costretto a planare sano e salvo tra le case, nel centro storico di Casaletto di Rogeno.

Cosa non abbia funzionato ieri non si sa: il suo corpo è stato individuato e recuperato nella zona del Corno Birone, a monte di Valmadrera, a nord est e sul versante opposto rispetto al punto di decollo ma anche di dove sarebbe dovuto atterrare. Forse è stato sorpreso da forti correnti d'aria di un fronte temporalesco.

A lanciare l'allarme è stato un amico, con cui si era lanciato, ma che poi lo ha perso di vista e lo ha atteso invano nel prato di atterraggio allestito a Suello. Oltre a non sapere dove si trovasse, non rispondeva nemmeno al cellulare. Da terra si sono subito messi in marcia per cercarlo i tecnici del Soccorso alpino della stazione del Triangolo Lariano della XIX Delegazione Lariana, mentre dall'aeroporto di Malpensa sono decollati i Draghi lombardi dei vigili del fuoco in elicottero.

Sono stati proprio i Draghi lombardi, durante la ricognizione aerea, a scorgere Antonio. Si sono verricellati al suolo dall'aeromobile per raggiungerlo, ma era morto. Una volta localizzato, sono poi arrivati i soccorritori dell'eliambulanza di Areu di Como, tra cui un medico, a cui è spettato il compito di constatare e dichiarare formalmente il decesso del 46enne. Sembra che Antonio sia stato sospinto contro una parete di roccia, che la vela si sia così “sgonfiata” senza poterlo più sostenere e che sia precipitato in caduta libera, senza possibilità di scampo. Il feretro è stato poi ricomposto alla camera mortuaria dell'ospedale di Lecco, dove è stata accompagnata la moglie per il riconoscimento ufficiale.