Addestramento finito in tragedia Goattin insegnava i segreti dell’M-346

Il top gun italiano stava spiegando all’inglese come manovrare il mezzo della Leonardo che è precipitato. Dave Ashley, che era già sopravvissuto a un incidente aereo, sarebbe diventato a sua volta istruttore

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di Daniele De Salvo

Non era la prima volta che saliva su quell’aereo Dave Ashley, il pilota inglese di 49 anni che l’altra mattina è morto sul Legnone, schiantandosi probabilmente contro la carcassa dello stesso velivolo da cui si era appena lanciato con il seggiolino eiettabile. E non era nemmeno la prima volta che lo guidava con Giampaolo Goattin, il collaudatore 53enne che invece è sopravvissuto alla manovra. Il pilota italiano della Leonardo stava infatti insegnando al collega straniero a diventare un istruttore di M 346 perché avrebbe dovuto a sua volta per formare i piloti delle aeronautiche militari a cui il modello di aereo è destinato. Nonostante avesse all’attivo migliaia di ore di volo sugli Harrier della Raf, che sono aerei a decollo e atterraggio verticale tra l’altro molto difficili da governare, e sugli F 18 della Canadia air force, ogni aereo è molto diverso dagli altri e pilotare un nuovo velivolo non è come guidare una nuova auto. I due non stavano quindi effettuando un volo di collaudo, ma un volo di addestramento, sfrecciando nei cieli tra le province di Lecco, Como e Sondrio in uno spazio aereo appositamente riservato per spingere al limite sia le potenzialità dell’apparecchio sia del pilota da formare.

L’aereo era “immatricolato“ con una sorta di “targa di prova“ di uno Stato estero a cui sarebbe stato probabilmente venduto, insieme però ad un pacchetto di ore di addestramento ai piloti che devono utilizzarlo da parte di un formatore messo a disposizione dalla società produttrice, che era appunto Dave, reclutato dai contractor di una società esterna alla Leonardo. Dave aveva già rischiato di morire in un incidente aereo nel 2019, sempre dopo essersi lanciato con il seggiolino eiettabile: durante una simulazione di combattimento aereo in Qatar era rimasto coinvolto in una collisione e aveva dovuto azionare l’espulsione d’emergenza nonostante si trovasse a bassa quota.

Durante la manovra la maschera per respirare e la visiera del casco gli erano state strappate via dal volto e una scheggia gli aveva frantumato l’orbita. Nel brusco atterraggio al suolo si era rotto la schiena, la caviglia e l’anca e aveva quasi perso un occhio, riprendendosi comunque completamente nel giro di cinque mesi. Dopo l’incidente si era però congedato dalla Raf, la Royal air force, che è l’aeronautica militare britannica in cui si era arruolato a 17 anni e per la quale aveva pilotato gli Harrier e gli F 18 in occasione di uno scambio con i colleghi delle forze armate canadesi. Aveva partecipato a missioni in tutto il mondo ed era abilitato anche a decollare e appontare sulle portaerei della Roylan navy.