Dieci anni di reclusione. È la condanna decisa dal Tribunale di Monza per il tentato omicidio dell’ultrà dell’Atalanta ferito alla schiena da un colpo di arma da fuoco che si era inventato un tentativo di rapina per nascondere il movente dell’agguato, un debito da 30mila euro. Imputato S.C., 75 anni, di Sesto San Giovanni, ritenuto con A.L., 70 anni, di Bergamo (deceduto) responsabile della sparatoria del 18 giugno 2020 a Monza. La loro vittima, M.P., di Bergamo, 35 anni, precedenti per spaccio e concorso in rapina in un’inchiesta sul mondo della tifoseria organizzata. Il 35enne si presentò alla consegna del denaro con un’arma detenuta abusivamente e ne risponderà in altro procedimento. L’ultrà ha ritirato la costituzione di parte civile, poi non si voleva presentare per testimoniare. Quando lo ha fatto ha scagionato l’imputato rimasto alla sbarra, sostenendo che tutto fosse nato e si fosse sviluppato soltanto con il settantenne ormai fuori dal processo causa decesso.
Cronaca10 anni di reclusione per tentato omicidio di ultras dell'Atalanta