Milano in controtendenza: Majorino stacca Fontana di 10 punti, Moratti lontana

La metropoli "ridotta" del centrosinistra. Il candidato sconfitto prova a guardare al futuro con ottimismo: "Una buona base da cui partire per avviare un'opposizione propositiva"

La ridotta del centrosinistra è la città di Milano. Unica consolazione per il Pd e i suoi malconci satelliti nella disastrosa campagna delle elezioni regionali 2023 è il risultato ottenuto nella metropoli guidata dal sindaco Giuseppe Sala: qui Pierfrancesco Majorino vince a mani - quasi - basse. Con oltre 500 sezioni scrutinate in città lo schieramento formato da Dem (che in tutta la regione tengono a livello di voti complessivi, ma sembrano non schiodarsi da quota "20 basso"), Movimento 5 Stelle, Verdi-Sinistra e civica Majorino supera il 47% dei voti, distanziando Fontana e i rivali di centrodestra di quasi 10 punti percentuali. 

A Milano città va meglio anche per la coalizione a due radunatasi intorno alla candidatura civica di Letizia Moratti: il Terzo polo e la lista nel nome dell'ex vice del confermato governatore Attilio Fontana sfiorano (e potrebbero superare, in conclusione di spoglio) il 14%, risultato che consegna loro comunque il terzo gradino del podio.

Può ripartire da Milano, quindi, la corsa del centrosinistra a costruire un'alternativa credibile, in Lombardia come in Italia? Troppi i temi in ballo a livello nazionale per pensare di aggrapparsi a questo risultato per rilanciare una proposta che - è evidente - non incontra più il gradimento dell'elettorato. Il Pd è nel mezzo del percorso che porterà a eleggere il nuovo segretario, dal cui nome dipenderanno - molto probabilmente - scelte sulle alleanze e di programma. Non a caso Stefano Bonaccini, il favorito per la carica di guida del partito, è subito partito all'attacco, sferrando colpi ai pentastellati ma anche al terzo polo. Il ruolino di marcia del centrosinistra alle elezioni regionali lombarde, poi, è così drammatico (politicamente parlando) che è sicuramente necessario riedificare dalle macerie, ben al di là di questa vittoria di Pirro a Milano.

Cosa ci dice, quindi, il risultato del capoluogo di regione? Che Majorino era un candidato profondamente milanese, città in cui ha fatto base nel dipanare la sua avventura politica. E che il giudizio sull'operato del centrosinistra di governo in città è tendenzialmente positivo. Da qui a esportare l'esperienza meneghina nel resto della regione molto ne passa. Il candidato presidente sconfitto, che ha annunciato le sue dimissioni da europarlamentare per fare il capo dell'opposizione in consiglio regionale (gesto apprezzabile), non rinuncia comunque a valorizzare il risultato della metropoli: "L’ottimo risultato della città di Milano dove siamo saldamente in testa rispetto a Fontana, nonostante la presenza di Letizia Moratti - ha detto Majorino - unitamente a quanto sta avvenenendo in altre città è la conferma della ricchezza rappresentata dalle nostre esperienze di governo. Una buona base da cui partire anche per avviare un'opposizione propositiva e combattiva nei confronti della giunta Fontana".