SANDRO NERI
Editoriale e Commento

Svolta pericolosa

Su tutte le misure inserite in manovra aleggia lo spettro della recessione

Milano, 30 dicembre 2018 - In queste ore assistiamo a forti fibrillazioni per l’approvazione definitiva della manovra. I tempi serrati, imposti dalla necessità di evitare l’esercizio provvisorio, hanno scatenato l’ira delle opposizioni, che lamentano l’impossibilità di discutere nel merito i contenuti dei provvedimenti economici nelle commissioni bilancio di Camera e Sanato e in aula. Non era mai accaduto che si strozzasse in modo tanto drastico il confronto dialettico fra maggioranza e opposizione su una legge così importante come quella finanziaria.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di fine anno ha cercato di smorzare i toni e ha difeso i contenuti delle misure inserite in manovra, assicurando che stimoleranno la crescita. Tuttavia le incognite rimangono. Non si sa quando e in che modo partirà il reddito di cittadinanza; è incerta l’applicazione di quota 100; non si comprende come il governo intenda scongiurare per l’anno prossimo l’attivazione delle clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento dell’Iva.

Poi ci sono alcune incongruenze. Ad esempio quelle riguardanti il no profit e gli appalti pubblici. Sul raddoppio dell’Ires alle associazioni di volontariato l’esecutivo ha già fatto marcia indietro promettendo la revisione di una misura fiscale che rischierebbe di mettere in ginocchio il terzo settore. Non si capisce però perché si voglia tassare il volontariato per punire i cosiddetti «furbetti della solidarietà» mentre poi si esclude il rischio che ci possano essere altri furbetti tra i beneficiari del reddito di cittadinanza. In materia di appalti, contro il volere dell’Anac l’esecutivo ha innalzato a 150.000 euro (fino ad oggi era 40.000) la soglia per l’affidamento diretto delle commesse pubbliche. Il premier ha difeso questa decisione sostenendo che potrà accelerare l’esecuzione di opere di interesse sociale, dimenticando però che l’assegnazione di incarichi da parte delle pubbliche amministrazioni senza gare ad evidenza pubblica rappresenta una delle prime cause di corruzione di funzionari e politici. Sembra dunque un po’ schizofrenico l’atteggiamento dell’esecutivo. Tanto più che i pentastellati hanno rivendicato il merito di aver sostenuto e ottenuto l’approvazione di una legge anticorruzione fortemente restrittiva. 

Su tutte le misure inserite in manovra aleggia lo spettro della recessione. Se la produzione industriale dovesse continuare in discesa si avrebbe la conferma che le proccupazioni di imprenditori, artigiani, commercianti e altre categorie professionali non erano capricci figli del pregiudizio, ma corrette percezioni dell’impatto negativo che le politiche del governo producono nella qualità della vita degli italiani.