La Milano che risorge dalle macerie dei bombardamenti e che prende le redini del Boom economico. Quella che attrae migliaia d’immigrati dalle altre regioni d'Italia in cerca di fortuna e riscatto. La città che ha “il cuore in mano” e sogna, ma ha anche sacche di miseria e in periferia baraccopoli di lamiera all'epoca battezzate “le coree”. C'è tutto questo nel capolavoro “Miracolo a Milano” d
i De Sica, che stasera sarà proiettato a Palazzo Reale per omaggiare il grande regista a cinquant'anni dalla morte. Ora come allora, a 73 anni dall'uscita del film, quella Milano è ancora incredibilmente attuale. C'è la voglia di spiccare il volo che da sempre la caratterizza, il suo continuo divenire (un po’ come Berlino), quartieri meravigliosi e le nuove coree, che oggi non si chiameranno così ma poco cambia, come la casbah indecorosa di viale Aretusa e piazzale Selinunte o il Giambellino quello “duro”. E mettiamoci il carovita, i prezzi sempre più inaccessibili delle case, il parcheggio impossibile. Insomma: la metropoli lombarda nel 1951, nel 2024, rimane una realtà per spiriti forti, e viverci può essere un sogno o un mezzo incubo. A seconda che il miracolo si compia oppure no.Editoriale e CommentoSe il miracolo si compie, Milano è un sogno