Editoriale

La lezione di Francesca

“I nostri ragazzi, ma tutti noi, abbiamo bisogno di valori in cui credere e di persone di valore a cui guardare con ammirazione e con la ferma convinzione di poter andare avanti sui nostri passi con le loro idee. Così facendo, la memoria diventerà impegno concreto e ricco di significato”. 

Parole dette ieri da Francesca Ambrosoli, ospite della Camminata contro le mafie a Cologno Monzese. Il padre Giorgio  venne assassinato davanti alla sua casa di Milano. Quella sera dell’11 luglio 1979 Francesca Ambrosoli aveva solo undici anni e oggi ricorda che “il 70% delle vittime delle mafie non ha ancora verità e giustizia dallo Stato per il quale ha dato la vita”.  

Proprio come successe al padre avvocato, incaricato dallo Stato di indagare sulle operazioni sospette condotte alla Banca Privata Italiana da Michele Sindona in un intricato groviglio di interessi tra massoneria, politica e Cosa Nostra. Nessuna autorità pubblica però prese parte ai funerali di Carlo Ambrosoli, ad eccezione di Paolo Baffi all'epoca Governatore della Banca d'Italia.

Nel 1986 Sindona (e Robert Venetucci) venne condannato all’ergastolo per quell’omicidio, morì due giorni dopo in carcere per un caffè sospetto che impedì di fare chiarezza sulle responsabilità. Ci resta la testimonianza di Francesca come stella polare per non perdere la speranza.