
Esondazione in Valchiavenna
Alcune cose registrate in Lombardia questo e lo scorso anno: la temperatura più alta dal 1763, la siccità peggiore degli ultimi sette decenni, la massima quantità di pioggia caduta in un giorno degli ultimi 170 anni, il livello più alto del lago di Garda dal 1977 e anche quello più basso dal 1950, i più alti cumuli di neve dell’ultimo decennio, il più rapido scioglimento dei ghiacciai di sempre, la maggiore frequenza di temporali in un mese a memoria d’uomo.
C’è il pericolo di abituarsi al fatto che quasi ogni giorno l’asticella climatica si alza di una tacca. E abituandosi, c’è il rischio di non vedere l’impennata. Un ultimo dato: gli eventi meteorologici estremi registrati nel 2023 hanno superato la somma di tutti quelli avvenuti nel primo decennio degli anni Duemila. E il 2024 sembra destinato a superare quel primato.
Adattarsi? È più facile a dirsi che a farsi. Quest’anno gli agricoltori hanno piantato coltivazioni che richiedono meno acqua perché l’anno scorso la siccità ha distrutto i raccolti. Poi è piovuto per due mesi, sono esondati decine di fiumi e torrenti, è grandinato moltissimo e alla fine l’acqua ha distrutto i raccolti. L’anno scorso molti impianti sciistici hanno chiuso perché c’era poca neve, quest’anno i rifugi hanno chiuso perché ce n’è troppa. Persino i saldi a Milano hanno subito gli effetti dell’instabilità meteorologica.
E chissà che la troppa pioggia o il troppo sole non ci spinga, una volta per tutte, a comprare qualcosa in meno. E a ricordare, come ha scritto quel prosaico poeta di Paolo Giordano, che “se vogliamo mitigare il cambiamento climatico e adattarci a ciò che ci attende dobbiamo fare delle rinunce, abbandonare certi aspetti di godimento finora dati per scontato”.