Natale, gli under 40 useranno la tredicesima per coprire le spese arretrate

Solo uno su quattro la utilizzerà per fare i regali. Greco (Adesso!): “Si parla sempre di salari minimi, ma mai di come far crescere in modo diffuso il resto degli stipendi”

Tredicesima 2023 in arrivo per i lavoratori

Tredicesima 2023 in arrivo per i lavoratori

Milano, 13 dicembre 2023 - Quasi un giovane italiano su due (41%) userà l’entrata extra della tredicesima di dicembre per coprire le spese arretrate, mentre solo uno su quattro (26%) la utilizzerà per fare regali di Natale. Il rimanente 33% non si porrà la questione perché inquadrato con una forma contrattuale che non prevede la gratifica natalizia, i cui effetti sugli acquisti quest’anno sembrano quindi destinati a essere decisamente ridotti rispetto al passato.

È questo il quadro che emerge dal sondaggio realizzato tra gli under 40 italiani da Adesso!, movimento di proposta e progetto di media activism lanciato da Tomaso Greco. L’indagine, che ha interessato gli oltre 35mila aderenti raccolti dalla pagina Instagram del gruppo in soli sei mesi di attività, ha messo in evidenza anche un altro aspetto: quest’anno il tema più rilevante per i giovani italiani in tema di regali di Natale sarà quello del costo.

Nonostante la sensibilità delle nuove generazioni nei confronti dei temi ambientali e della sostenibilità nelle sue diverse declinazioni, la stragrande maggioranza (74%) dei ragazzi tra i 20 e i 40 anni sarà costretta a fare le proprie scelte sulla base del prezzo anziché su quella della sostenibilità sociale o ambientale (13%). Non solo. L’11% avrà un budget talmente limitato da non potersi nemmeno permettere di fare regali di Natale.

“Un giovane lavoratore su due aspetta la tredicesima per pagare spese arretrate. È il risultato di un Paese dove gli stipendi sono al palo da trent’anni e dove si discute animatamente sui salari minimi, ma mai su come far crescere gli stipendi che, pur non essendo minimi, sono fermi e inadeguati”, commenta Tomaso Greco. “Tre proposte: dare al lavoratore la possibilità di scegliere di spalmare le mensilità aggiuntive su quelle ordinarie, per avere da subito un miglior rapporto tra stipendio mensile e costo della vita; permettere la detrazione in busta paga di alcuni beni essenziali per la vita per alzare i netti; abilitare la contrattazione territoriale e aziendale e detassarla per alzare in modo diffuso gli stipendi”.

Un’esigenza, l’aumento degli stipendi, che è sempre più stingente in un Paese come l’Italia che detiene il poco invidiabile primato di essere l’unico Paese Ocse nel quale gli stipendi sono diminuiti negli ultimi 30 anni, perdendo addirittura il 12% in termini reali tra il 2008 e il 2022 secondo il Global Wage Report 2022-2023 dell’Ilo, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro.

Un Paese nel quale, secondo il Rapporto Almalaurea 2023, solo i laureati in Informatica e quelli in Ingegneria industriale e dell’informazione superano la soglia dei 2mila euro netti di stipendio mensile a 5 anni dal conseguimento del titolo. Tutti gli altri sono invece costretti a fare i conti con salari medi che vanno dai 1.380 euro al mese di chi ha una laurea in ambito educativo e dell’insegnamento ai 1.803 dei laureati in materie economiche.