Paesi emergenti nel mirino degli investitori: il Sud Est asiatico fa incetta di capitali

È record di capitali verso le economie emergenti e con un terzo di economie in recessioni nel mondo, il Sud Est Asiatico continua a crescere.

Lo skyline di Bangkok, Thailandia, e il Parco Lumphini

Lo skyline di Bangkok, Thailandia, e il Parco Lumphini

L’abbandono della politica “zero Covid” da parte della Cina, la riapertura dei confini e il raffreddamento dell’inflazione a livello globale hanno causato una reazione a catena sui mercati internazionali, con particolare beneficio per le economie emergenti. Nell’ultima settimana, secondo un report dell’Institute of International Finance, citato dal Financial Times, in media oltre un miliardo di dollari al giorno sono confluiti verso investimenti all’interno dei paesi emergenti, segnando il secondo record su questa metrica negli ultimi vent’anni. Dopo un periodo complesso, da novembre dello scorso anno ad oggi, l'indice MSCI Emerging Markets, che cattura la capitalizzazione di circa l’85% di mercato in 24 paesi emergenti, tra cui Thailandia, Filippine, Arabia Saudita, Indonesia, ha visto crescere la propria performance di oltre il 20% Il caso Sud Est Asiatico Il Sud Est Asiatico rappresenta il territorio con più alto potenziale di crescita. A promuovere le metriche economic Nel suo ultimo rapporto sulle previsioni economiche, la Banca Mondiale (BM) ha alzato le previsioni di crescita per il 2022 del Vietnam al 7,2% dal 5,3% e della Cambogia al 4,8% dal 4,5%. La Banca Mondiale ha anche aumentato i tassi di crescita di Malesia e Thailandia, rispettivamente al 6,4% e al 3,1%. Thailandia e Unione Europea: deal da 22 miliardi di dollari per l’export Thailandia, seconda economia più estesa del Sud Est Asiatico e Unione Europea, hanno annunciato ieri l’avvio di consultazioni per la stipula di accordo di libero scambio tra i due territori. La Thailandia esporta, verso l’Unione Europea, beni per oltre 22 miliardi di dollari ogni anno, in particolare componenti per l’automotive, prodotti agricoli ed elettronici. I prodotti importati italiani subiscono da tempo il peso di dazi e tasse associati, in particolare, a beni considerati di lusso (come il vino) che grazie all’accordo potrebbero vedere i propri costi abbassarsi sensibilmente. Il futuro della Cina Rimane incerto il futuro del mercato cinese, diviso tra le aspettative del post-lockdown e il ritorno dei consumi, e la sofferenza degli ultimi tre anni. La Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina ha stimato che oltre il 20% dei business stranieri è intenzionato a spostarsi in altri Paesi, potenzialmente nella stessa regione. Si prevede che la Cina continuerà a crescere a un ritmo moderato, ma solido, grazie alla sua economia in espansione e alla domanda interna. Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), la crescita reale del PIL cinese dovrebbe essere del 4.4% nel 2023. Un dato che è comunque in controdenza rispetto alle stime di recessione che riguardano circa un terzo delle economie globali.