Il simulatore spaziale? Gioiello made in Umbria

Commessa da Taiwan al gruppo Angelantoni

Migration

di Silvia Angelici

Crisi e pandemia non frenano l’avanzata dell’Angelantoni Test Technologies. Anzi, spirito d’avventura e occhio rivolto al futuro spingono il gruppo di Massa Martana – nato negli anni ’60 come polo tecnologico del freddo con la produzione di frigoriferi – verso nuove frontiere e nuovi investimenti. Dopo aver realizzato lo scorso anno uno dei più grandi simulatori spaziali d’Europa, destinato al Rutherford Appleton Laboratory britannico, in questi giorni l’azienda umbra produrrà per la Nspo, la National space organization di Taiwan, uno tra i più grandi simulatori spaziali al mondo. Mentre tantissime realtà imprenditoriali sono alle prese con la recessione, l’Angelantoni va controcorrente, si diversifica e punta dritta ai mercati esteri.

"Siamo stati abbastanza fortunati – spiega l’ad e presidente Gianluigi Angelantoni (nella foto con il simulatore) – ad operare in due settori che non risentono della recessione in corso. Uno è il mercato dell’auto, non tradizionale, ma quello dell’ elettrico. Ci sono investimenti fortissimi per cui abbiamo potuto realizzare diverse forniture per più aziende. L’altro è il comparto dell’aerospazio che lavora su progetti a lunga scadenza molto spesso governativi per cui la crisi non ha influito". Tornando alla commessa per l’Asia, il simulatore spaziale realizzato nello stabilimento umbro sarà in grado di riprodurre esattamente le condizioni dello spazio in cui si troverà ad operare il satellite in orbita, quindi a valori di pressione estremamente bassi e valori estremi di temperatura di +150 gradi centrigradi quando esposto alla luce solare e -170 quando è in eclissi. Nspo, già centro di innovazione e di eccellenza per la tecnologia spaziale, grazie al simulatore Acs, amplierà e rafforzerà i suoi progetti di ricerca scientifica che troveranno così applicazione per la sicurezza del territorio nazionale, nell’ambito del monitoraggio ambientale, della prevenzione e dell’indagine in caso di catastrofi e per sviluppare una piattaforma satellitare altamente efficiente e competitiva a livello internazionale.

Fare impresa in maniera "moderna" dunque è importante ma serve anche far tesoro dell’esperienza. Gianluigi Angelantoni ama ricordare come è partita e si è sviluppata l’azienda di Massa Martana, fondata dal padre, che oggi opera con 16 stabilimenti localizzati in Italia, Germania, Francia, India e Cina, per un totale di 700 dipendenti. "Già mio padre – precisa – portò avanti il concetto di innovazione. Famiglia povera, partì all’inizio degli anni ‘20 da questo paesino dell’Umbria a metà strada tra Todi e Marsciano per fare il servizio militare a Milano. Poi trovò lavoro in un’impresa di frigoriferi. Arrivò la grande depressione del ‘29, perse il posto. Ma conosceva bene il mestiere, non si scoraggiò e si mise in proprio. Così fondò la ‘Società Frigoriferi Angelantoni’. Nel ‘68 il desiderio di tornare in Umbria per portare lavoro e prosperità nella terra dove era nato. Da lì fu lanciato un seme che ha germogliato bene e ha dato molti frutti. Se l’idea è buona – conclude l’ad – va portata avanti indipendentemente dal sostegno pubblico, anche se la politica dovrebbe guidare gli indirizzi strategici e lo sviluppo del Paese". Il resto è cronaca, coraggio e animo visionario. L’Angelantoni è protagonista di un pezzo della storia industriale del made in Italy ultratecnologico. Un nome per tutti, la teca con sistema climatico che custodisce al museo archeologico di Bolzano la Mummia Otzi, l’uomo venuto dai ghiacci del Similaun cinquemila anni fa. Dal passato allo spazio il passo è breve.