Nord Stream chiuso, forniture di gas a rischio: cosa succede in Europa. Il piano italiano

La Russia ferma 10 giorni il gasdotto per manutenzione. Germania e Ue in allerta: "Non sappiamo se verrà riaperto". E Gazprom riduce le forniture all'Italia

E' iniziata la prevista manutenzione al gasdotto Nord Stream 1, la più grande infrastruttura di importazione di gas dell'Unione europea, di proprietà della società russa Gazprom. E Germania ed Europa precipitano nell'incertezza sul futuro delle importazioni di gas da Mosca, già fortemente ridotte nelle ultime settimane, con il rischio che si blocchino del tutto. "Nord Stream è fermo, il che significa che il gas non circola piu'", ha confermato il ministero dell'Economia tedesco. Lo stop di dieci giorni, da tempo annunciato, doveva in teoria essere solo una formalità tecnica, ma nel contesto della guerra in Ucraina e della resa dei conti tra Mosca e l'Occidente sull'energia, governi, mercati e aziende temono che la chiusura possa essere prolungata. E proprio in questo contesto oggi la Russia riduce di un terzo le forniture all'Italia rispetto alla media degli ultimi giorni. È quanto si evince da una nota dell'Eni. "Gazprom - scrive la compagnia italiana - ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. Eni fornirà ulteriori informazioni in caso di nuove e significative variazioni dei flussi".

Paura in Germania

Nord Stream 1 trasporta 55 miliardi di metri cubi (bcm) all'anno di gas dalla Russia alla Germania sotto il Mar Baltico. "Ci sono molti scenari in cui potremmo essere immersi in una situazione di emergenza", ha avvertito il presidente della Federal Network Agency Klaus Muller alla televisione ZDF. "Putin chiuderà il rubinetto del gas a noi destinato. Ma lo riaprirà un giorno?", scriveva ieri il quotidiano tedesco Bild. "Siamo di fronte a una situazione senza precedenti, tutto è possibile", ha ammesso il vicecancelliere tedesco Robert Habeck. "E' possibile che il gas torni a scorrere, anche in quantità maggiori rispetto a prima. E' possibile che non arrivi più niente e dobbiamo prepararci come sempre al peggio", ha aggiunto. Mosca, con la scusa di un problema tecnico, nelle ultime settimane ha già ridotto del 60% le consegne di gas di Nord Stream, decisione denunciata come "politica" da Berlino.

Dall'inizio della guerra, la Germania ha chiuso un altro gasdotto russo che doveva entrare in funzione - il Nord Stream 2 - e si sta adoperando per ridurne la dipendenza, che però al momento resta comunque significativa: il 35% delle sue importazioni di gas proviene da Mosca, contro il 55% prima del conflitto. E oltre il 50% del riscaldamento delle case è ancora a gas. Un fermo duraturo del Nord Stream 1 penalizzerebbe non solo la più grande economia europea, visto che normalmente il gas che arriva in Germania continua a essere trasportato in tutta Europa.

La Francia

In Francia il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, è convinto che si andrà verso un taglio totale delle forniture: "Ritengo che il taglio totale delle forniture di gas dalla Russia sia lo scenario futuro più probabile", ha detto ieri. E ha anche allertato Bruxelles: "In Europa occorre prepararsi". Una prolungata sospensione delle consegne aggraverebbe quindi la crisi energetica in cui l'Europa è già alle prese, con prezzi in rialzo e il timore di un inverno molto difficile. In Germania, le autorità stanno già valutando piani di razionamento e chiedendo la collaborazione dei cittadini. "Dobbiamo fare di tutto per risparmiare gas ora, ottimizzare il riscaldamento, discutere con le famiglie e preparare le industrie. Non restiamo impotenti", ha insistito Klaus Muller, capo dell'agenzia di rete federale. Il colosso Basf sta valutando la possibilità di mettere alcuni dei dipendenti in disoccupazione parziale se l'interruzione dovesse essere prolungata.

L'Italia

"La crisi energetica è gravissima, i rischi sono altissimi per l'inverno se il gas russo dovesse fermarsi". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli.  "Questa crisi - ha proseguito il professore - ha messo in luce una problematicità del nostro sistema energetico: abbiamo una fortissima dipendenza dal gas russo, il 40%, peggio di noi solo la Germania. Questo ha imposto in poche settimane, in pochi mesi, di rivedere una politica energetica nazionale consolidata da diversi anni. Abbiamo dovuto cercare fonti di approvvigionamento alternative, ma ora bisogna anche cambiare le fonti energetiche con le rinnovabili. E' una corsa contro il tempo - ha ribadito il sottosegretario -. Il rischio è che il gas russo non arrivi o che arrivi in quantità minori. Siamo impegnati nel riempimento degli stoccaggi, abbiamo 16 miliardi di metri cubi di stoccaggio a fronte dei 70 che consumiamo, dobbiamo arrivare al 90% prima che inizi l'autunno".

Il piano del governo per l'emergenza

Tre livelli di allarme per la crisi del gas, l'Italia per il momento è ferma al primo. Ma se Mosca dovesse sospendere in via definitiva le forniture alla Ue (a cui l'anno scorso aveva assicurato il 44% del suo fabbisogno), il governo sarebbe costretto a far scattare la fase di emergenza. Il piano prevede una serie di interventi che vanno dal "razionamento" del gas alle industrie energivore al maggior utilizzo delle centrali a carbone per la produzione di elettricità. Ma anche l'introduzione di politiche di austerity dei consumi: riscaldamento più contenuto, con tagli fino a due gradi della temperatura nelle abitazioni e negli uffici, risparmi sull'illuminazione pubblica, con orario ridotto di accensione dei lampioni sulle strade. Il tutto fino a quando il gas russo non verrà sostituito da forniture provenienti da altri Paesi produttori.

Austria

La società austriaca Omv ha annunciato che Gazprom sta riducendo ulteriormente la fornitura di gas al Paese in seguito all'annunciato stop dei flussi per 10 giorni di manutenzione al gasdotto Nord Stream. "Omv è stata informata da Gazprom di una riduzione della fornitura di gas. Ciò significa per oggi una riduzione di circa il 70 per cento della quantità che arriva all'hub del gas naturale di Baumgarten", ha affermato il gruppo in un comunicato.