Coronavirus, dopo questa chiusura pochi riapriranno

Gradara (Federdistribuzione): tutto ciò che non riguarda il settore alimentare sta pagando un prezzo altissimo. Difficile riprendersi

Il grido d’allarme di Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione

Il grido d’allarme di Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione

Milano, 17 marzo 2020 - Un crollo dei fatturati che in questi ultimi giorni, con la stretta prima della Regione Lombardia e poi del governo, ha toccato punte del 70-80% e grandi catene del non food (dai grandi magazzini della moda allo sport) che avevano già deciso la chiusura prima del “blocco”. È il grido d’allarme che lancia il presidente di Federdistribuzione Claudio Gradara per il pesantissimo impatto che sta avendo l’emergenza Coronavirus su un settore, quello della Distribuzione Moderna non alimentare, che fattura complessivamente in Italia oltre 50 miliardi con circa 120mila dipendenti. E una parte rilevante di questi numeri riguarda proprio la Lombardia. "Nei settori non alimentari come abbigliamento, bricolage, sport, profumerie, mobili e arredamento – spiega Gradara – ai cali iniziali di fatturato del 25-30% con punte del 50 in Lombardia siamo passati questa settimana rispettivamente a un 50 e 70-80%. Una situazione insostenibile che vedrà le aziende mettere in atto misure di contenimento degli impatti, frenando gli investimenti (ogni anno pari a un miliardo di euro) e agendo con tutte le leve disponibili, compreso quella del personale".

Dai centri commerciali vuoti all’assalto di negozi alimentari e supermercati... "Le aziende alimentari hanno dovuto fronteggiare una domanda di beni di prima necessità esplosa con velocità repentina negli ultimi giorni, con crescite fino al 60/70%. La media tra i giorni di afflusso eccezionale e gli altri fa sì che per gli alimentari ci sia una certa stabilità dei ricavi anche se si sono dovute mobilitare tutte le risorse interne, adeguando i processi gestionali e agendo in ambito logistico per velocizzare l’afflusso delle merci nei punti vendita".

Non c’è motivo di fare la corsa all’accaparramento? "Possiamo assicurare che anche in Lombardia, e nelle aree maggiormente colpite dal contagio non ci saranno problemi di disponibilità di prodotti nelle prossime settimane".

Eppure alcuni prodotti, dall’alcol ai disinfettanti, non sempre si trovano sugli scaffali "Può essere la conseguenza di un picco di afflussi ma i supermercati vengono riforniti due volte al giorno, mattino e pomeriggio. Quello che non si trova un giorno ci sarà il seguente".

Senza la speculazione sui prezzi esplosa nelle vendite online? "Gli acquisti online hanno avuto in questi giorni un fortissimo incremento, compresa la spesa a domicilio fornita dalle realtà della grande distribuzione. Ma nei punti vendita non c’è una speculazione sui prezzi che sono rimasti stabili così come vengono assunte tutte le precauzioni per evitare il contagio". 

Stabile invece rischia di non restare il sistema della Gdo? "Fatte salve le decisioni prese per la salute dei cittadini, il quadro resta gravissimo e avrà ripercussioni anche a livello più generale e su tutte le filiere produttive. Augurandoci di poter uscire al più presto dall’emergenza, al governo, insieme con i sindacati, abbiamo chiesto misure incisive – dalla cassa integrazione universale a decontribuzioni di imposte locali - non solo per superare questa situazione contingente ma soprattutto per dare una nuova prospettiva di crescita al settore e al Paese".