Aumenti luce e gas, dopo la stangata in bolletta arrivano i blackout? Ecco il rischio

Scarseggiano le fonti di energia mentre l'economia è in crescita. Risultato? La Cina ha previsto blackout programmati

Una strada al buio

Una strada al buio

Milano, 29 settembre 2021 - In autunno la stangata sulle bollette e in inverno case al buio e fabbriche ferme? Il rischio di una stagione fredda da incubo dal punto di vista dell'energia elettrica e del gas è concreto. Partiamo dal rincaro in bolletta: il Governo è intervenuto per ridimensionare l'aumento dei prezzi dell'energia ma senza riuscire a "sterilizzarli" e dunque la bolletta della luce salirà del 29,8% e quella del gas 14,4%. Questi i motivi, spiegati da Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente): "La straordinaria dinamica dei prezzi delle materie prime verso i massimi storici - ancora in forte crescita per la ripresa delle economie dopo i ribassi dovuti alla pandemia e le difficoltà nelle filiere di approvvigionamento - e le alte quotazioni dei permessi di emissione di CO2, avrebbero portato ad un aumento superiore al 45% della bolletta dell'elettricità e di oltre il 30% di quella del gas". 

Blackout: in Cina si tagliano le stime sul Pil

Ma, come detto, pagare di più potrebbe non essere l'unico problema per le famiglie e le aziende italiane. Basta guardare in Cina dove la carenza energetica sta spingendo a blackout programmati. C'è da dire che ieri pomeriggio la potente State Grid Corporation of China ha precisato che i blackout programmati a Pechino fino al 9 ottobre nei distretti di Dongcheng, Xicheng, Chaoyang e Haidian erano per la manutenzione ordinaria della rete, assicurando che l'approvvigionamento della capitale "è altamente stabile e ben gestito, in grado di soddisfare la domanda di energia elettrica dell'intera città".

Tuttavia il fermento è tanto, trattandosi dell'ultimo episodio significativo dei timori legati a una Cina finita nella morsa della carenza energetica, soprattutto nel Nordest del Paese, che minaccia la crescita e la supply chain. Secondo Bloomberg Intelligence, almeno 20 province e regioni, pari a oltre il 66% del Pil nazionale, hanno annunciato forme di interruzione di energia, a partire dall'industria pesante. I prezzi record del carbone (i future sono schizzati del 10%) hanno reso anti-economica la generazione elettrica malgrado la forte impennata della domanda per l'inverno alle porte, mentre alcune aree hanno optato per il blackout al fine di centrare i target su emissioni e intensità energetica.

Uno scenario complesso che ha portato Goldman Sachs, ultima tra le banche d'affari internazionali, a tagliare le stime sul Pil 2021 della Cina al 7,8% dall'8,2% precedente, con un 2022 al 5,5%. Le province di Heilongjiang, Jilin e Liaoning, tutte nel Nordest, hanno subito blackout nel fine settimana che hanno colpito circa 100 milioni di persone, costringendo il varo di misure d'urgenza per più importazioni di carbone da Russia, Indonesia e Mongolia, mentre sul primo fornitore del Paese, l'Australia, pesa lo scontro diplomatico Pechino-Canberra.

Può succedere anche in Italia?

Ciò che sta succedendo in Cina potrebbe verificarsi anche da noi? E' presto per dirlo, però il rischio c'è. La domanda internazionale sta accelerando, il rigidissimo inverno scorso ha praticamente esaurito le scorte precedenti e anche le energie rinnovabili scarseggiano, a causa - per esempio - dei venti deboli che hanno impedito a Paesi come la Norvegia di produrne in quantità sufficienti. Quali sono le conseguenze? Prezzi al rialzo, che faranno a loro volta innalzare i prezzi dei prodotti, specie quelli fondamentali come pane e pasta. Soluzioni possibili? Jeff Currie di Goldman Sachs parla da mesi di una progressiva Demand destruction, ovvero riduzione del consumo di energia.

Gli aumenti in vista 

Per l'energia elettrica l'aumento è legato principalmente al rialzo della componente materia prima, con un impatto del +41,5% sul prezzo della famiglia tipo (scomponibile in: +41,1% per effetto della voce energia Pe, + 0,4% legato alla voce di dispacciamento Pd), controbilanciato dalla forte riduzione/azzeramento degli oneri generali di sistema, -11,7% tra Asos e Arim, arrivando così al +29,8% finale per la famiglia tipo che non percepisce i bonus di sconto. Invariate complessivamente le tariffe regolate di rete (trasmissione, distribuzione e misura).

Per il gas naturale, l'andamento è determinato da un aumento della componente materia prima, basato sulle quotazioni a termine relative al prossimo trimestre, con un impatto del +30,3% sul prezzo finale della famiglia tipo. A questo si somma un leggero incremento delle tariffe di rete (trasmissione, distribuzione e misura) +1,8%. Incrementi parzialmente controbilanciati dalla riduzione/azzeramento degli oneri generali di sistema, -3,7%, e dalla diminuzione dell'Iva che pesa per un -14%. Si arriva così al +14,4% per l'utente tipo in tutela che non percepisce i bonus di sconto. 

Famiglia tipo

Per la luce nel 2021 la spesa annuale per la famiglia-tipo sara' di circa 631 euro, con una variazione del +30% rispetto al 2020 (corrispondente ad un aumento di circa 145 euro su base annua) mentre la spesa annuale della famiglia-tipo per la bolletta gas nel 2021 sara' di circa 1.130 euro, con una variazione del +15% circa rispetto al 2020 (corrispondente ad un aumento di circa 155 euro su base annua). Nei confronti con il 2020 si deve tener conto dei prezzi particolarmente bassi riscontrati nel periodo della pandemia. Per l'elettricita', infatti, la spesa annua del 2021 e' superiore di circa il 13% rispetto a quella pre-Covid del 2019, mentre per il gas si e' sostanzialmente tornati ai livelli del 2019.