“Volevo fare il giornalista”, l’urlo poetico di Di Matteo per una professione a ostacoli

L’autore racconta i chiaroscuri di un lavoro sempre più assediato dalla precarietà, che in tanti celebrano comunque ancora come il mestiere più bello del mondo

Un suggestivo ritratto del giornalista e poeta Giuseppe Di Matteo, 40 anni
Un suggestivo ritratto del giornalista e poeta Giuseppe Di Matteo, 40 anni

L’omaggio dulcamaro a un sogno, troppo spesso più simile a un percorso a ostacoli che a una semplice salita. Ma proprio per questo, a suo modo, degno di poesia. E’ in libreria e su Amazon “Volevo fare il giornalista“ (4Punte edizioni), il nuovo libro di Giuseppe di Matteo. Un titolo che è tutto un programma: quello di Di Matteo infatti, come spiega lo stesso autore, è “un atto di accusa in versi” nei confronti di un mestiere in cui la precarietà è sempre più diffusa. E in effetti a leggere i frammenti del poeta barese (e giornalista di professione) non si ha certo a che fare con quello che in tanti celebrano ancora come il mestiere più bello al mondo. Il libro, arricchito dalle illustrazioni di Liliana Carone, è una sorta di “schiaffo morale” rivolto a chi “fa finta di non vedere”. Ma i destinatari delle “schegge verbali” dell’autore, la cui cifra stilistica è l’essenzialità, sono anche i suoi “compagni di sventura”. «Qualche anno fa ho deciso di mettermi in viaggio usando le parole – sottolinea Di Matteo –. Ho cominciato dalla precarietà, la vera peste del ventunesimo secolo; poi mi sono dedicato alla solitudine imposta dalla pandemia e, successivamente, al ritratto dei meridionali, categoria che va ben oltre la fotografia degli italiani del Sud. L’ultima fermata, per ora, si chiama giornalismo. Una professione che conosco bene – prosegue – anche perché sono nel campo da dieci anni“. Ma attenzione, precisa l’autore: questo libro non è un’autobiografia, “ho cercato di partire dal mio vissuto per raccogliere un triste patrimonio di esperienze comuni. E ho scelto di affidarmi alla poesia: credo sia un codice comunicativo molto efficace“. Giuseppe Di Matteo (Bari, 1983), giornalista professionista, ha lavorato alla Gazzetta del Mezzogiorno, il Giorno, Telenorba e Sky TG24. Attualmente collabora con QN. Da qualche anno si esprime attraverso i suoi frammenti intrisi di sostanza poetica. Nel 2019 esordisce con Frammenti di un precario (Les Flâneurs edizioni); il 2020 è invece l’anno di Cronache quotidiane (sempre per Les Flâneurs). Nel 2022 pubblica il suo terzo libro di poesie Meridionale (4 Punte edizioni) e il saggio Il 1799 in Terra di Bari (Adda Editore). Insegna Italiano e Storia in un Istituto Professionale.