
L’artista presenta le sue sculture monumentali e installazioni toccando temi universali, dalla guerra al clima
"La giostra è una metafora per dire agli spettatori “ vivi questo giorno come se fossi un bambino“ ma con molte più possibilità rispetto ad un bambino di Gaza, quindi agisci...la speranza è azione, e l’arte è azione, io ho la possibilità di parlare usando i mezzi che mi sono più congeniali". Valerio Berruti presenta così la sua prima personale a Palazzo Reale, More than kids (sino al 2 novembre, prodotta dal Comune di Milano e Arthemisia con il sostegno di Fondazione Ferrero). "Ne sono profondamente onorato, ogni opera è site specific, studiata per questi ambienti, ci ho messo il cuore in questo progetto e spero che il visitatore lo percepisca".
Il viaggio nella poetica di Berruti inizia, immersi nell’oscurità della sala, con A safe place, un salvagente gigantesco che ondeggia in mare, un oggetto che può essere ludico per i bambini più fortunati, e l’ultima speranza per chi attraversa il Mediterraneo in cerca di un futuro migliore. Sculture monumentali, installazioni, video e poi si arriva a quella giostra sulla quale i visitatori sono invitati a salire per riscoprire la "meraviglia" di un tempo come l’infanzia – il momento in cui tutto può ancora succedere – ma per poi toccare le corde delle sensibilità individuale, e riflettere sui temi universali.
L’artista, spiega il curatore Nicolas Ballario "ci costringe a fare i conti con i grandi temi della contemporaneità, i cambiamenti climatici, le guerre, la violenza, le migrazioni". Non "è una mostra sull’infanzia", sottolinea l’artista "perchè i volti dei miei bambini hanno tratti già da adulti". I suoi bambini, infatti, "sono simboli collettivi, di ciò che siamo stati ma anche di un futuro possibile e ancora da scrivere". Come Nel nome del Padre, tanti piccoli "guerrieri", ognuno di loro rappresenta uno dei conflitti in corso: guardano una bambina che pare a capo di un esercito stanco, al quale lei, affranta, rifiuta di dare ordini.
In mostra ci sono opere inedite, presentate per la prima volta a Milano, come la grande scultura-carosello con la musica realizzata da Ludovico Einaudi, “La giostra di Nina”, e Don’t let me be wrong, la grande scultura allestita nel cortile di Palazzo Reale musicata da Daddy G dei Massive Attack. Ci sono due nuove video-animazioni, “Lilith”, con la colonna sonora di Rodrigo D’Erasmo e “Cercare silenzio” con il suono di Samuel Romano, storica voce dei Subsonica.
"La monumentalità delle opere ci dice che non possiamo far finta di niente. Chi distoglie lo sguardo è complice". "Basta guardare con indifferenza quel che succede, che tanto poi si cambia il canale", esorta Berruti. Il quale, classe 1977, nato ad Alba, è stato uno fra i più giovani partecipanti alla 53esima Biennale di Venezia, nel 2009, presentando un video con la musica di Paolo Conte, composto da 600 disegni affrescati.