DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Tributo a Beuys, l’artista sciamano. Le “Controimmagini“ della sua vita

Personalità gigantesca Joseph Beuys. Sfugge sempre fra le dita. Che uno in grado di addomesticare i coyote non riesci...

Personalità gigantesca Joseph Beuys. Sfugge sempre fra le dita. Che uno in grado di addomesticare i coyote non riesci...

Personalità gigantesca Joseph Beuys. Sfugge sempre fra le dita. Che uno in grado di addomesticare i coyote non riesci...

Personalità gigantesca Joseph Beuys. Sfugge sempre fra le dita. Che uno in grado di addomesticare i coyote non riesci mica a sintetizzarlo con due aggettivi. Senza contare "7000 Querce", l’opera monumentale sopravvissuta alla sua morte, progetto che nel 1982 riuscì a stupire la "documenta" di Kassel, gradualmente modificando l’orizzonte e il paesaggio. Ci sarebbe tanto (tantissimo) da dire. Si pensi solo ai materiali così spesso indagati dall’artista concettuale tedesco: il grasso animale e il feltro che lui raccontava erano stati utilizzati dai nomadi tartari per guarirgli le ferite dopo essere precipitato con il suo aereo in Crimea, durante la guerra. In realtà una leggenda. Ma troppo bella per non essere condivisa. Anche perché da allora fu definito l’artista sciamano, capace con il suo lavoro di simboleggiare un’armonia superiore tra uomo e natura. Ed è a lui che ha pensato Michelangelo Dalisi per il suo "Controimmagini", stasera e domani all’ex-Paolo Pini, all’interno del festival "Da vicino nessuno è normale" di Olinda. Uno degli appuntamenti più curiosi. Vero e proprio omaggio a Beuys, con in scena lo stesso performer napoletano insieme a Marco Cacciola. A far riapparire l’artista e le sue azioni. Un mosaico drammaturgico composto da stralci di vita, ricordi, tensioni teoriche, ironia. Quel pensiero sfaccettato dove nulla è più separato. Mentre emergono l’impegno ecologico, la sensibilità sociale, la militanza politica. E che ognuno mostri la propria "ferita". D.V.