GIANCARLO RICCI
Cultura e Spettacoli

Scandalo vaccini a Hollywood: le star usano le scorciatoie

Molti attori e registi cercano di sfruttare la loro fama per accelerare i tempi d'attesa

Hollywood

«Ci hanno offerto soldi. Abbiamo visto gente prendere aerei. Altri che temporaneamente entravano nella professione medica per qualificarsi»

Essere una star di Hollywood, si sa, ha i suoi privilegi. Ma quello che sta accadendo ad una (lunga) lista di attori e registi sta creando non pochi malumori negli Stati Uniti. Tutto prende le mosse dalla paura di essere contagiati dal Coronavirus che negli Stati Uniti sta facendo un enorme numero di vittime. Secondo alcuni bene informati pare infatti che diverse star stiano cercando di usare "scorciatoie" per essere vaccinati il prima possibile.

Per carità, ci sono anche quelli che rispettano priorità e file, come ad esempio Harrison Ford, 78 anni, che si è fatto due ore di fila in una scuola di Torrence, California; Arnold Schwarzenegger, 73, ha avuto una simile esperienza a Los Angeles. Frank Marshall, 74 anni, produttore candidato agli Oscar per «Seabiscuit» e «Il Colore Viola», che si è vaccinato in un supermercato di East L.A., mentre Steve Martin ha documentato su Twitter la sua attesa al centro congressi Javitz Center di New York. Ma se alcuni, pochi, divi si sono assoggettati alle attese dei comuni mortali per i vaccini anti-Covid, parte dell'establishment di Hollywood sta facendo ricorso a "trucchetti". Lo mette in piazza Variety, la nota patinata rivista dedicata al mondo dello spettacolo: «Sembra di stare dentro gli Hunger Games», ha detto un executive dell'entertainment alla rivista, alludendo alla famosa serie tv sui «giochi di sopravvivenza» tra adolescenti per divertire i despoti di una società distopica. «Mezzi che non necessariamente violano la legge», osserva la stessa rivista, ma che sollevano interrogativi di buon gusto e di etica, soprattutto alla luce delle difficoltà incontrate dalla gente comune in California, uno degli stati Usa più colpiti dalla pandemia. Medici accomodanti, corsie preferenziali. Ovviamente la discrezione e d'obbligo e le fonti sono protette dall'anonimato, ma alcuni pesi massimi di Hollywood avrebbero esplorato, talora con successo, tutte le opzioni a disposizione in una corsa contro il tempo per salvarsi dal virus.

Variety cita l'impresario musicale Irving Azoff, tra i vaccinati a buon diritto essendo un sopravvissuto al cancro di 73 anni, che avrebbe fatto ricorso, assieme al suo entourage, a un chirurgo di Newport Beach a sua volta raccomandato da Robert Goldstein, il ceo ad interim dell'impero di casinò di Sheldon Adelson. Ancora una volta nulla di illegale: il chirurgo riservava la quota avanzata delle dosi settimanali ricevute dallo stato a clienti a sua discrezione. Intanto, un altro medico di Beverly Hills, Robert Huizenga, ha denunciato a Variety di aver ricevuto offerte di oltre 10 mila dollari a testa da vip disperati per un vaccino.

«Ci hanno offerto soldi. Abbiamo visto gente prendere aerei. Altri che temporaneamente entravano nella professione medica per qualificarsi». Escamotage che il medico non si sente di condannare perchè il sistema pubblico è orrendo«. Tra chi si è imbarcato per altri lidi dove vaccinarsi sembrava piu facile, Variety ha citato Allen Shapiro, 73nne ex Ceo della società che manda in onda i Golden Globes. Destinazione, Miami in Florida, dove inizialmente non era richiesta la prova di residenza per ricevere l'iniezione