
Sabrina Impacciatore
Milano, 25 gennaio 2018 - Nelle Seigner nel film di Polanski. Molto difficile. Ma evidentemente anche Sabrina Impacciatore ha parecchio da dire nel ruolo di Vanda. Il suo “Venere in pelliccia” insieme a Valter Malosti (anche alla regia), da tre anni sbanca i botteghini. E da stasera arriva al Carcano, ospite fino al 4 febbraio. La riscrittura di David Ives ormai è più celebre dell‘originale. E racconta di un teatro vuoto, di un regista che non ha ancora trovato la sua protagonista, di una donna misteriosa che lo sottomette. Seduzione, potere: un gioco sexy. Si ride. Ma un filo inquieti.
Impacciatore, com‘è la Vanda?
«Per un‘attrice “pazza” come me, è quanto di meglio possa capitare. Si connette con la schizofrenia interiore. Tocca tutte le corde della femminilità, è un manuale su come applicare l’arte della seduzione per ottenere il massimo del potere. Perché le donne sono illimitate».
Le piace dunque il ruolo della femme fatale.
«Non mi sembra vero. Anche perché in Italia non sono mai stata percepita così. Vanda poi seduce in decine di forme diverse: arriva fino al sadomasochismo e si rivela una manipolatrice, aspetti questi che non mi appartengono».
Lei che seduttrice è?
«Tradizionalista, non prendo mai l‘iniziativa. Credo ci siano strategie più sottili del semplice provarci con qualcuno. Considero la femminilità un dono che va onorato. Ovviamente in un contesto di uguali diritti».
È stata difficile la costruzione del personaggio?
«Guardi, fin dalla prima volta in scena ho iniziato ad agire come Vanda: mi sono ribellata al regista, ho fatto una scenata, sono scoppiata a piangere chiudendomi in bagno. Ricordo che l‘assistente venne da me dicendomi che quello che stavo facendo arrivava verso pagina 45...».
Era “posseduta”?
«Esattamente. È stata un’esperienza mistica. Vanda mi abita. E ora si presenta nei momenti più impensabili, creandomi anche qualche serio imbarazzo».
La Sara che interpreta in “A casa tutti bene” di Muccino è invece una donna molto remissiva.
«Sì, eppure è stata un’altra esperienza fortissima. Gabriele ti rende partecipe di un progetto emotivo, sprigiona calore»
Cinema, teatro, tv: cosa vuole per il futuro?
«Collaborare con veri artisti. Voglio crescere, imparare. Voglio espandermi all‘infinito».