Torna "Re Nudo", versione underground: la rivista e il sogno di un Festival

Luca Pollini svela la sua creatura: "Una rivista con un taglio proiettato sul presente"

Immagini d’epoca del festival organizzato a Milano tra il 1974 e il 1976

Immagini d’epoca del festival organizzato a Milano tra il 1974 e il 1976

La sfida non è da poco. Ma l’autore di un saggio intitolato "Woodstock non è mai finito" non poteva che tentarla. "Però scordatevi un raduno di reduci o un’operazione nostalgia", chiarisce subito Luca Pollini, giornalista e scrittore, grande cultore degli Anni Settanta. E artefice, al suo debutto come editore, del ritorno di "Re Nudo" e dello storico festival pop che la rivista della controcultura giovanile si trovò a organizzare a Milano, tra il 1974 e il 1976, nella cornice del Parco Lambro.

A cinquant’anni dalla prima edizione dell’allora Festival del proletariato giovanile, il raduno – ai tempi preceduto anche da tre edizioni organizzate a Ballabio, Zerbo e ad Alpe del Vicerè – potrebbe tornare, con la stessa filosofia di base ma con un taglio proiettato sul presente e non sui ricordi, i clichè e le contraddizioni di un tempo. "A parte l’edizione del 1976, funestata dall’eroina, dagli espropri proletari e dalla violenza di una generazione allo sbando, che estraeva la P38 ai cortei – spiega Pollini – Parco Lambro era grande festa. E un palcoscenico aperto a tutte le novità del mondo underground. Ecco, questo è lo spirito che va ripreso, mezzo secolo più tardi". Con un particolare pensiero a Matteo Guarnaccia, artista e storico del costume ("avrebbe dovuto essere della partita") e con un progetto preciso: "Realizzare un festival fuori dal mainstream, dedicato a quella cultura in grande fermento che fiorisce nelle cantine, in attesa che qualcuno le offra una ribalta. Proprio come succedeva all’inizio degli Anni Settanta: Eugenio Finardi, Alberto Camerini erano poco più che debuttanti, ma vissero l’evento da grandi protagonisti".

Come già allora, dietro alla kermesse – in cantiere per il giugno 2024 – , la rivista "Re Nudo", fondata da Andrea Majid Valcarenghi e ora rilevata da Pollini. Anche in questo caso, non per farne una replica o, peggio, una caricatura dell’originale. "L’intento è di offrire uno spazio ai ragazzi, per parlare dell’oggi, della loro arte, non per celebrare epoche e miti del passato. Si parlerà di musica, anche classica, ma soprattutto di arte, libri, poesia. Tutto quanto è espressione di una controcultura giovanile oggi molto fertile. Ho incontrato poeti che, a 22 anni, sono un prodigio".

Pollini, 62 anni e una lunga di serie di saggi pubblicati, ha investito nell’impresa i suoi risparmi. "Il budget, attualmente, consente di arrivare al giugno 2024, cinquantesimo anniversario del primo Parco Lambro e prima tappa, spero, di un nuovo percorso". Che non necessariamente potrebbe partire dai prati del verde polmone della periferia milanese: "Anche la Triennale è una possibile location". La rivista, con lo storico logo in copertina e una tiratura iniziale di 2.500 copie, è attesa a partire dal 7 marzo. "Non nelle edicole però: uscirà nelle librerie e sarà acquistabile, al prezzo di 17.50 euro, anche nel sito di Re Nudo e in quelli di shop on line. Non saremo, però, su Tik Tok: il nostro pubblico non è lì". Lo stabilisce un’indagine di mercato che ha certificato l’interesse dei giovani per la lettura. "Rispetto a noi, ragazzi figli del ’68, hanno meno pregiudizi e ideologie; hanno le antenne puntate sulla realtà. Ma sparito il collettivo, bisogna andare a cercarli uno per uno". Un’altra sfida non da poco.