
“Parallax“, regia di Kornél Mundruczó su testo di Kata Wéber: un appuntamento molto atteso
Parallasse: fenomeno per cui un oggetto sembra spostarsi di posizione a seconda del punto di osservazione. Per estensione, in termini più figurati, vengono in mente i risultati di certi esperimenti di psicologia sociale, dove le risposte del singolo sono influenzate da quelle del resto del gruppo di lavoro. Condizionamenti. A prescindere dal buon senso. Per una dinamica fisica che si rivela clamorosamente politica. Specie nel momento in cui l’oggetto in questione è l’identità di genere e l’appartenenza etnica, nel contesto attuale dell’Ungheria di Orban. Su questo s’interroga "Parallax", regia di Kornél Mundruczó su testo di Kata Wéber, da domani a sabato in prima nazionale al Piccolo Strehler. Uno degli appuntamenti internazionali più attesi della stagione. Teatro spigoloso, quello del regista ungherese. Per nulla accogliente, nei temi e nelle immagini (vietato ai minori di 18 anni). Ma fra i vertici assoluti della scena contemporanea. Portarlo in città è quindi un prezioso segnale di politica culturale. Certo non si torna a casa tranquilli. Di fronte a questa saga familiare che prende vita in un appartamentino a Budapest. Un tinello. Dove succede un po’ di tutto. Mentre tre generazioni si confrontano su eredità storica e concetti identitari. Con la nonna a rifiutare una medaglia d’onore come sopravvissuta all’Olocausto; la madre che deve invece fornire una prova della propria origine ebraica, per ottenere un posto a scuola; il figlio adulto che si scontra con le politiche conservatrici, nel momento in cui si scopre omosessuale. Sullo sfondo, una domanda provocatoria: quando l’identità è un privilegio e quando un peso? "Dobbiamo riavvicinarci gli uni agli altri – sottolinea Mundruczó –. Il modo migliore è attraverso storie dettagliate e conflittuali, che raggiungono il pubblico in modo diretto. Raccontare storie è la nuova avanguardia". Visione narrativa stratificata. Come qualcuno avrà già conosciuto al cinema, attraverso "Pieces of a Woman" e "Quel giorno tu sarai", versione su pellicola dello stesso "Parallax", stasera alle 21.30 in proiezione speciale al Beltrade. Diego Vincenti