
L’artista emiliano Paolo Cevoli sarà in scena domani con “Perché non parli”
Bovisio Masciago (Monza), 19 febbraio - Riparte dalla provincia di Monza e Brianza il tour nei teatri della Lombardia di Paolo Cevoli, l’attore emiliano che in “Perché non parli”, veste i panni di Vincenzo “Cencio” Donati, il garzone di Michelangelo Buonarroti. Distratto e pasticcione, non riesce mai ad esprimersi correttamente per colpa della sua balbuzie. Per questo motivo il sommo scultore fiorentino si rivolge al suo assistente con la famosa frase «Perché non parli, bischero tartaglione!». «Perchè non parli» è la terza commedia-monologo storica, scritta ed interpretata da Paolo Cevoli con la regia di Daniele Sala, dopo il successo de “La Penultima Cena” con le vicende del cuoco dell’Ultima Cena e de “Il Sosia di Lui”, la controfigura di Mussolini.
Cevoli, per lei un ritorno a teatro come autore ed attore: come ci presenta la sua pièce? «È la storia di un orfanello che allevato dai frati domenicani di Bologna incontra Michelangelo e tutta la sua vita è segnata da questo grandissimo artista. Le situazioni comiche e drammatiche si alternano per presentare una storia che è accaduta verosimilmente seicento anni fa. La storia è vista attraverso gli occhi di un "patacca" che proprio grazie alla sua ingenuità interpreta le cose in maniera diversa>.
Lei ha trascorso anni sul palco di Zelig: le manca? Un attore comico può fare a meno della ribalta televisiva? «Diciamo che l’esperienza di Zelig è stata una bella svolta nella mia vita, più che mancarmi spero di incontrare ancora avventure simili. Non so se un attore può fare a meno della televisione, sicuramente la popolarità che mi ha dato Zelig ancora oggi mi dà la possibilità di fare tante cose e di essere riconosciuto da tantissime persone con affetto».
Come le è venuta l’idea iniziale di questa serie di personaggi? «Raccontare personaggi famosi attraverso “la visuale dal basso”: normalmente sono i servi che mettono in ridicolo le grandi persone e attraverso essi passa la comicità. Non è una cosa che ho inventato io ma sin dall’antichità il grande Plauto, che era romagnolo, aveva inventato questo meccanismo comico».
Come avviene, per lei, la scelta dei personaggi che interpreta? C’è un po’ di Cevoli in ciascuno di essi? «Diciamo che ognuno rappresenta una sfumatura del carattere della mia personalità. I personaggi nascono dall’osservazione di cose che accadono in me e intorno a me».
Secondo lei la comicità possiede ancora quell’approccio rivoluzionario e liberatorio? «Come diceva Leopardi chi ride, chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo. Mi sembra una bella sintesi di quello che ancora oggi rappresenta il sorriso, il buonumore e l’ironia>.
L’appuntamento con “Perché non parli è per domani alle ore 21 al Teatro La Campanella di Bovisio Masciago (piazza Anselmo IV) e il 27 febbraio a Gallarate.