
Una giovanissima Ornella Vanoni
Milano, 12 gennaio 2017 - L’Ornella ai tempi di Giorgio, Fiorenzo, Roberto, fra Il Piccolo e Casa Ricordi. Riedizione delle prime incisioni di una giovanissima Vanoni (1958-1962), con il suo primo album e sei tracce da quattro sette pollici, i mitici 45 giri. Nanni Ricordi stava mettendo in piedi l’etichetta di musica leggera con Mariano Rapetti, il papà di Mogol, e gli avevano parlato di quella bella ragazza della borghesia milanese, protegé di Strehler ma brava. Studiava da attrice, seguiva le prove del maestro con un segreto: aveva una bella voce e poteva cantare. Strehler stava lavorando con Roberto Negri, Dario Fo e Fiorenzo Carpi, a un repertorio colto popolare, fra la mala e politico impegno, dal “Canto di carcerati calabresi” a “La zolfara” di Amodei e Straniero. Ornella racconta di essere stata coinvolta durante le prove (“la ragazza ha una bella voce”) da Strehler e Negri. Le cuciono addosso le canzoni della mala, tradizionali riarrangiati con eleganza, classici come “Le Mantellate” e “Ma mi”, quella di Giorgio. “Hanno ammazzato il Mario” e “Senti come vusa la sirena”, scritte da Dario Fo con Carpi.
Un genere in nero che faceva pendant con i primi cantautori genovesi e milanesi al Teatro Girolamo, al Teatro del Popolo e al Romano di Torino. I genovesi poi si trasferirono a Milano e Ornella registra “Senza fine”, che Gino Paoli scrive per lei. Giro di valzer, sliding doors, e il nuovo amore si manifesta in altre canzoni, “Per te” e “Me in tutto il mondo”. Una bellissima dichiarazione d’amore. Incontrati in Ricordi, lui al pianoforte, fra reciproche prudenti ritrosie. Marcel Mouloudji, esponente dimenticato della chanson Rive Gauche, firma “Un jour tu verras”, perché la Francia è vicina. “La bella tusa” è intelligente, colta e curiosa, una spugna, e impara velocemente a cantare dai nuovi amici cantautori. Grandi orchestre ritmico moderne sono dirette da Fiorenzo Carpi, Gianfranco Reverberi, Bruno Canfora (quello del sabato sera di Raiuno) ed Ennio Morricone in “Anche se” di Gino Paoli, uno dei brani non contenuti nel suo album d’esordio del 1961. Completano il cd “Ballata di Chessman”, ballad country western su un famoso condannato a morte di Ronnie Hawkins. “Se qualcuno ti dirà” di Gianfranco Reverberi e Giorgio Calabrese nasconde un assolo al sax alto di Luigi Tenco, in “Attento a te” spunta Franco Migliacci, il socio di Modugno. “Saint–Lazare” è un omaggio teatrale ad Aristide Bruant, “Jenny Delle Spelonche” il timbro di Strehler, in tedesco. “Pensa che ho visto Weill e Brecht venire al Piccolo per le prove con Giorgio”. Altra storia.