STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

Nuova vita per la Pala Trivulzio. Mantegna ritrova la sua cornice

Un recupero imponente grazie al fiuto degli esperti: rinvenuta nei depositi dov’era custodita a pezzi. La scelta di toglierla fu dello studio di architettura BBPR, in linea con lo stile brutalista e minimale.

“Madonna con il Bambino fra santi e angeli” di Mantegna, nella Sala della Balla

“Madonna con il Bambino fra santi e angeli” di Mantegna, nella Sala della Balla

Pensare che la cornice era finita in un deposito, dimenticata. Poi scovata, nel 2023, su iniziativa del conservatore Luca Tosi e il sostegno della direttrice dell’area Musei del Castello, Francesca Tasso. Così, è partito il recupero. La Pala Trivulzio, la “Madonna con il Bambino fra santi e angeli” di Andrea Mantegna, ora risplende nella sua cornice storica, nella sala della Balla, ritrovata e restaurata, presentata ieri in pompa magna al Castello Sforzesco. Che storia. L’opera di Mantegna fa parte delle Civiche raccolte dal 1935, quando il Comune di Milano acquisì la Collezione Trivulzio, dalla biblioteca ai dipinti.

Lo studio BBPR, (quello per intenderci che ha realizzato la Torre Velasca) fu incaricato, nel dopoguerra, del riallestimento delle collezioni museali del Castello Sforzesco: furono loro che decisero di eliminare la cornice trivulziana, preferendo presentare l’opera con una semplicissima incorniciatura, un "listellino in legno e basamento in metallo": una scelta purista, perfettamente in linea con le scelte di questo studio di architettura che interpretava, in architettura, la corrente "brutalista". In quel periodo, per una questione di gusto oggi non condivisibile, molte cornici antiche subirono la stessa fine, ammassate in luoghi impropri, dimenticate. Da qui la scelta, per la Pala Trivulzio, di valorizzarla, con un recupero culturale e storico, dicono gli esperti.

Non è stato un lavoro "alla cieca", c’era una documentazione fotografica puntuale dalla quale si è potuto constatare che l’opera al suo arrivo era "incorniciata" con una grande cornice lignea (non certo quella iniziale, del ’400-500, andata persa), frutto di un assemblaggio datato fine Ottocento, pur sempre "affascinante". Dagli studi e analisi che hanno accompagnato la ricerca si è scoperto che l’assemblaggio "è frutto di diverse mani e tecniche, e momenti lontani nel tempo, accomunati soltanto dall’immagine finale" dell’opera, negli ultimi decenni dell’Ottocento, ad opera di un ignoto collaboratore di Casa Trivulzio. La cornice ritrovata dà alla Pala un aspetto più monumentale; presenta decori intagliati che rimandano alla fine del XVI secolo, affiancati da elementi di gusto ed epoche successive. La parte più antica è la “cimasa“ (parte alta) e le “paraste“, i laterali della cornice.

"La Pala del Trivulzio ritrova finalmente il suo aspetto originale, valorizzato dalla sua storica cornice che dopo un restauro e un recupero importanti, restituiamo alla città e ai tanti visitatori e visitatrici del Castello Sforzesco - ha detto l’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi -. Un’operazione importante e decisiva per dare il giusto risalto a questo capolavoro di Mantegna e che è stata possibile grazie alla professionalità dei nostri uffici, all’impegno e alla collaborazione con l’Associazione Sala delle Asse, che da sempre ha a cuore il Castello Sforzesco e i suoi tesori, e alla generosità della famiglia Bormioli".