
Il rapper Mondo Marcio
Milano, 29 luglio 2017 - Veterano della scena rap, sette dischi all’attivo, una garanzia in fatto di rime. Sarà Mondo Marcio l’headliner della grande «Hip hop night» di «Bravo! Live», di scena questa sera dalle 21,30 al Parco Experience, nell’ex area Expo. Prima di lui suoneranno due artisti della scuderia Machete: Jack The Smoker e la giovane promessa Dani Faiv. Sul palco anche Jangy Leeon e Lethal V mentre, a chiudere, il dj set di Dj Ms.
Cos’ha in serbo per la serata?
«In scaletta non mancheranno alcune delle mie hit e i pezzi che, negli anni, sono entrati nel cuore dei miei fan. La dimensione del live è importantissima: per un artista è la prova del nove».
Dai suoi esordi ormai è trascorso un decennio. Com’è cambiata da allora la scena rap italiana?
«All’inizio del Duemila fare rap era una passione, più che altro una missione. La regola era una sola: non mollare mai. All’epoca erano pochi i fattori che facevano presagire la possibilità di poter vivere di questo e chi lo faceva, veniva considerato un pazzo. Oggi il rap è un business. E non lo dico con un’accezione negativa, è un dato di fatto, e tutto sommato, sono contento che il mercato si sia ampliato».
Con il suo ultimo disco «La freschezza del Marcio» ha dimostrato che il suo “mondo” oggi è più “fresco” che “marcio”…
«Con quell’album ho cercato di trasmettere la mia fame di musica, la mia curiosità e la voglia di non accontentarmi: lo stesso entusiasmo che mi ha fatto iniziare e che continua a guidarmi. Più semplicemente il mio modo di suonare come l’alternativa ai tanti cliché».
Del resto l’album «Nella bocca della tigre», che vanta diversi campionamenti di brani originali di Mina, è del tutto controcorrente.
«Si è trattato di un’operazione coraggiosa ma la scommessa è stata vinta da entrambi. Tutto è partito da un pezzo che a me e a Mina è piaciuto molto. Non è tanto una questione di epoche, quanto la forza di un concetto di fondo che se ne frega dei trend. Oggi, nel panorama rap italiano, trovare idee simili è molto raro».
Rapper, produttore, scrittore e designer. C’è altro?
«Direi basta. Non è troppo, ma mi ritengo appagato. Cantare, scrivere e occuparmi di moda sono tutti interessi a cui sono da sempre molto legato. La scrittura e la musica, in particolare, vanno di pari passo, essendo il rap poesia in ritmo».
Prossimi progetti?
«Di questi tempi sono sempre in studio per lavorare al nuovo disco. Il 17 settembre, invece, mi esibirò per la prima volta a New York, in inglese. Un contesto internazionale importante: è questa la nuova direzione che ho cominciato a intraprendere».