GIUSEPPE DI MATTEO
Cultura e Spettacoli

Il Milanese Imbruttito colpisce ancora

Tic e manie nel secondo volume dell'irriverente trio

Il Milanese Imbruttito, nuovo libro

Il Milanese Imbruttito, nuovo libro

Milano,13 ottobre 2016 - Diceva Henri Beyle, meglio noto come Stendhal (1783-1842), che milanesi si diventa. A tal punto che sulla tomba dello scrittore francese, che riposa nel cimitero parigino di Montmartre e che aveva visitato più volte la città, è possibile leggere in italiano: “Arrigo Beyle / Milanese / Scrisse / Amò / Visse”. Da allora sono passati quasi due secoli, ma si può dire che il fascino del capoluogo meneghino sembra non tramontare mai. Anche al tempo dei social network. Negli ultimi anni sta spopolando un concetto di “milanesità” associato all’“imbruttimento”. Per informazioni rivolgersi al “Milanese imbruttito”, pagina Facebook nata nel 2013 che è ormai diventata un fenomeno editoriale di successo, e non solo in Rete. Recentemente è stato infatti dato alle stampe “Milanesità, istruzioni per l’uso” (Rizzoli), il secondo volume di una saga esilarante di abitudini e modi di dire raccontati con tagliente ironia. Piccolo particolare: contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, i fondatori del blog e autori del volume - Federico, Marco e Tommaso, tutti sotto i 30 anni - non sono milanesi. «Certe cose - racconta Federico - le puoi descrivere solo se le vedi dal di fuori».

Federico, è possibile parlare oggi di “milanesità” in un mondo sempre più globale?

«Il milanese nato a Milano e che ha parenti “autoctoni” è quasi scomparso. Nel nostro libro noi diciamo che vive entro la Circonvalla, vale a dire la Circonvallazione, e si distingue dal “giargiana”, il non milanese, attuando determinati stili di comportamento facilmente riconoscibili. Un gioco ironico senza alcun intento razzista, ci tengo a precisarlo».

Cosa significa essere un “milanese imbruttito”?

L’“imbruttimento” è secondo noi una caratteristica tipica del milanese schiavo dei ritmi frenetici, che per forza di cose è costretto a ottimizzare i tempi e ad adottare soluzioni particolari, a volte sorprendenti».

Qualche esempio?

«È noto che quando c’è traffico un milanese scatta sempre un secondo prima del verde, e se può “ti supera anche a piedi”. Oppure, se va in vacanza già pensa a come programmare le sue future giornate lavorative. Ovviamente si tratta di peculiarità che abbiamo ravvisato osservandone il comportamento, per poi raccontarle in modo leggero, scanzonato».

Il vostro secondo volume è un po’ più approfondito rispetto al precedente.

«Esatto. Il primo libro raccoglieva alcuni modi di dire e situazioni usuali nelle quali è facile imbattersi quando si vive in città. Questo è una mappa sociologica di Milano, quartiere per quartiere».

È vero che anche i non milanesi rischiano di diventare imbruttiti?

«(Ride). Alcuni nostri follower ce l’hanno raccontato. A furia di stare qui, in effetti può accadere».