Max Cavallari: "Torno in teatro da solo, Bruno mi ha incoraggiato"

Il comico dei Fichi d’India al Manzoni con “Stasera sono fico!”: "Ho avuto molti dubbi se tornare, ma confrontandomi con Bruno abbiamo deciso che fosse giusto andare avanti, portare in giro la nostra storia, i nostri personaggi, quello che siamo" di DIEGO VINCENTI

Max Cavallari sarà sul palcoscenico del Manzoni

Max Cavallari sarà sul palcoscenico del Manzoni

Milano, 19 dicembre 2015 - «Se nasci comico lo rimani sempre, anche nei momenti più difficili». E così si va avanti. In qualche modo. È la dura legge dello spettacolo. O forse solo uno dei tanti modi di dimostrare la propria amicizia. Ecco allora Max Cavallari con “Stasera sono fico!”, scritto insieme a Vincenzo Savino e Marco del Conte, lunedì al Manzoni per la regia di Dino Pecorella. Debutto in solitaria per il 50% dei Fichi d’India. Che Bruno Arena è ancora fermo ai box a causa di quella maledettissima emorragia cerebrale. Era il 17 gennaio 2013. Un quarto di secolo insieme. Mica facile ora salire quei gradini. Ma è venuto il momento di ricominciare. Di tornare a teatro, dopo aver preso le misure a Colorado. Ricomincia il tichitic…

Cavallari, chissà che emozione per lunedì.

«Un’emozione grandissima, manco da tanto e riparto da un palco prestigioso come il Manzoni. Ho avuto molti dubbi se tornare, ma confrontandomi con Bruno abbiamo deciso che fosse giusto andare avanti, portare in giro la nostra storia, i nostri personaggi, quello che siamo. Alla fine ho sempre bisogno del suo supporto, della sua pacca sulla spalla».

Cosa porterà sul palco?

«Ci sono i nostri vecchi sketch, i personaggi vecchi e nuovi. Ma anche la storia del nostro viaggio, come siamo nati, le persone intorno a noi che ci hanno ispirato. Bruno alla fine è lì con me nella valigia, coi suoi vestiti e le sue maschere. Tanto che per la prima volta provo perfino a cantare, un nuovo brano scritto appositamente: «Da soli mai».

Come sta Bruno?

«Continua a fare fisioterapia, qui a Milano, non è depresso, combatte e questa è la cosa più importante. Non parla e non cammina ma riesce a far ridere comunque, tiene il ritmo del «tichitic». Il mio sogno è tornare a girare insieme con qualcosa ispirato a «Quasi amici». E pensare che volevo smettere, avevo già aperto un ristorante, un bar».

Cosa l’ha fatta cambiare idea?

«Ho capito che in qualche modo bisogna continuare. In tanti sono venuti a suonarmi al campanello, gli amici mi hanno dato la forza. E così sono nati i nuovi personaggi per Colorado, il cow boy e ora questo spettacolo. È sempre la nostra comicità per le famiglie. Solo che sono un fico un po’ più maturo».

Effettivamente sono 25 anni che fa ridere la gente.

«Sì, è passato tanto tempo. Io facevo il camionista, Bruno era insegnante. Decidemmo di lanciarci in questa avventura e le serate si riempivano di spettatori, c’erano le code fuori. Siamo piaciuti subito nel nostro essere disordinati e clowneschi, così legati alla Commedia dell’Arte. Noi non apriamo il sipario, apriamo la nostra valigia degli attrezzi».

Da allora è successo di tutto.

«Davvero. Radio Deejay, i premi, i film, l’incontro con Roberto Benigni. Forse perché per noi questo non è un lavoro, è solo divertimento».

Lunedì alle 20.45 al Teatro Manzoni. Biglietti 23/13 euro, info: 02.7636901.