Leonora Armellini: Chopin e Beethoven, vere passioni

La pianista domani al Dal Verme: ho scelto lo strumento fin da piccola, era bellissimo

Leonora Armellini

Leonora Armellini

Milano, 12 maggio 2023 –  Leonora Armellini ha scritto una pagina importante al Concorso pianistico internazionale Fryderyk Chopin di Varsavia classificandosi al quinto posto. Per la Stagione dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali diretta da Alessandro Bonato la giovane pianista padovana propone il "Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in do maggiore, op. 15" di Ludwig van Beethoven segue la "Sinfonia da camera op. 110" di Dmitrij Šostakovic. Appuntamento domani alle 17 al Dal Verme.

Com’è cambiata la sua vita dopo il Concorso Chopin?

"Ho iniziato a viaggiare sempre di più, a studiare, ampliare il repertorio. Il calendario si è fatto intenso, pongo più attenzione a me stessa, a ciò che il mondo mi offre. Sto vivendo uno dei periodi più impegnativi e belli della mia vita, l’ho cercato e sono felice di esserci".

Quanto è importante oggi partecipare ai Concorsi Internazionali?

"E’ il modo migliore per farsi conoscere, distinguersi; per raggiungere più persone nella quotidianità, i finalisti vengono trasmessi alla radio, ascoltati ovunque. Arrivare a un concorso come quello dedicato a Chopin obbliga a una preparazione ferrea che, poi, si trasforma ina una base solida per la carriera di un musicista, inoltre insegna a essere performante, a ridimensionare le tue ansie. E’ un’esperienza che mi ha cambiato la vita, non solo quella artistica. Sono stata accompagnata da mio fratello, la persona più cara che mi poteva stare vicino".

Propone il Primo Concerto di Beethoven.

"Oserei dire che amo Beethoven quanto Chopin. E’ un autore a cui sono legata fin dalla nascita, mi chiamo Leonora come la protagonista di Fidelio e mio fratello gemello, violoncellista, Ludovico come lui. Il Primo Concerto è elettrizzante, brioso con momenti lirici, mi piace suonare questa musica, dà energia".

Chi ha scelto per lei lo strumento?

"L’ho scelto da sola nessuno ha potuto interferire. Il pianoforte era in casa nostra, mamma è pianista; fin da piccolissima lo suonavo o meglio cercavo di farlo: mi sembrava bellissimo con la sua imponenza, i tasti bianchi e neri. Sono nata in una famiglia di musicisti, papà è fagottista, ha collaborato con Claudio Simone e I Solisti Veneti; Claudio faceva parte dei nostri amici più cari. In questa famiglia così musicale ho pensato che suonare fosse la cosa più naturale del mondo, mio fratello ha fatto la stessa richiesta, non siamo mai stati in competizione".

Qual è la prima cosa che mette in valigia?

"Le scarpe da concerto, nell’immaginario di molte persone il pianista suona con le mani, invece i piedi e i pedali sono importantissimi per tutti noi come i tasti. Ricordo che tempo fa avevo un dolore molto forte al piede e ho dimenticato le scarpe, è stato terribile. Avere con me sempre le scarpe giuste significa viaggiare con due buone amiche su cui poter contare".