ANNA MANGIAROTTI
Cosa Fare

Le marionette di Pasolini in tournée: “Così hanno spopolato pure in Iran”

Carlo Durante e soci al Litta di Milano con lo spettacolo sui Paladini di Francia: "Spada avete voi, spada avete io!". Orlando parla romanesco, Astolfo napoletano, Angelica ha l’r moscia

Carlo Durante e soci al Litta con lo spettacolo sui Paladini di Francia

Carlo Durante e soci al Litta con lo spettacolo sui Paladini di Francia

Milano – Da più di cinquecento anni, "con piacere immenso", la storia dei Paladini di Francia è raccontata. Dal 2007 la interpreta Carlo Durante. A Milano, Mtm Teatro Litta, il 21 e 22 gennaio, in un riallestimento. Titolo sempre più à la page, inutile spiegarlo? "La guerra è quanto mai attuale, perciò la ridicolizziamo: “Spada avete voi, spada avete io!” Uomini e/o marionette continuano a morire sui campi di battaglia".

Sul palco quante marionette?

"Dodici personaggi: al loro servizio quattro attori che, alternativamente, indossano le marionette. Orlando lo interpretiamo tutti e quattro. Io sono quello con più anzianità di servizio".

In che consiste dunque il réarrangement?

"Dal 2024 sono entrati nella compagnia Letizia Cartolaro ed Enrico Stefanelli, portando diversa energia. E un nuovo sistema d’illuminazione ha abbassato il consumo energetico. Cresce la sensibilità ecologista".

Già i costumi ne sono prova.

"Pentole e scolapasta come elmi, in testa a paladini improbabili, dicono che la battaglia è persa in partenza".

Farsa o favola?

"La battaglia di Roncisvalle, non dimentichiamolo, è storia. Nella Navarra, sul versante meridionale dei Pirenei occidentali, presso il confine francese, il 15 agosto 778 avviene la disfatta dell’esercito franco. La retroguardia carolingia è sterminata. E una leggenda si formerà attorno all’eroico paladino Orlando".

Innamorato o furioso, lo canteranno i poeti. Perché nel vostro spettacolo parla romanesco?

"Lui è lo spaccone. L’arguto Astolfo ha l’accento napoletano, il superbo Ferraù sardo. L’autore del testo, Francesco Niccolini, ha dato varie intonazioni dialettali agli eroi delle Chansons de geste, o dei poemi dell’Ariosto e del Boiardo, o dei pupari siciliani. La principessa Angelica, figlia del re del Catai, ha la erre moscia".

Anche da Pasolini è arrivata l’ispirazione.

"Infatti, il nostro racconto incomincia dove finisce il suo film-poesia “Che cosa sono le nuvole?”, rivisitazione comica dell’Otello di Shakespeare da parte di un marionettista. Con Totò, Ninetto Davoli, Franco e Ciccio. E Modugno che alla fine porta in discarica le marionette: abbandonate, per la prima volta gli occhi all’insù, si chiedono cosa scorre nel cielo".

Voi le riprendete per far loro raccontare, tra una cornice di nuvole, la bellezza e la crudeltà della vita, in un’altra storia. Premiate persino dall’Associazione nazionale Critici del teatro, in tournée nel mondo, come hanno conquistato l’Iran?

"Quel Paese ha una grande cultura del teatro delle marionette. Da una “commissione” è arrivata solo qualche indicazione: far indossare all’attrice un pantalone più largo, evitare contatti fisici tra uomo e donna...".

I contatti, del resto, avvengono tra spade.

"In Thailandia ci hanno chiesto invece di non tradurre l’italiano, premiandoci anche per la musicalità della lingua, in rima".

Se possiamo citare l’Ariosto: “Le donne antique hanno mirabil cose /fatto ne l’arme e ne le sacre muse; / e di lor opre belle e gloriose /Gran lume in tutto il mondo si diffuse...”

"Anche nella nostra storia non dimentichiamo Marfisa, la saracena che fondò un regno di sole donne".

Davvero attuale, la vostra storia, lasciamo agli spettatori la scoperta… giusto una sintesi?

"La vita non è che ombra, ’na marionetta che s’agita tanto, dentro al suo teatrino, poco meno de n’oretta".